ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO Giovedì 16 maggio 2002

CLAUDIO SARDO


 

SANATORIA LE POLEMICHE


Dopo il no di Gianfranco Fini all’emendamento del centrista Tabacci, che chiede di regolarizzare gli immigrati che lavorano in nero, è arrivato anche il carico di Umberto Bossi. «È una provocazione dei democristiani del Polo» ha detto il leader leghista, intimando agli alleati il rispetto degli «accordi». Che, secondo Bossi, consistono nella sanatoria limitata alle colf e alle badanti (cioè chi assiste, in casa, i malati cronici) e nell’approvazione alla Camera della legge sull’immigrazione «entro le elezioni amministrative». La tensione nella maggioranza era molto alta già prima dell’ultimatum del senatur. Poi è salita ulteriormente. Perché il calendario parlamentare non consente il varo della legge prima delle amministrative. E perchè i deputati dell’Udc sono schierati a fianco di Bruno Tabacci nel sostenere quell’emendamento. In serata è comparsa un’ipotesi di mediazione. Se n’è fatto interprete un altro centrista, il ministro Carlo Giovanardi: «La proposta di Tabacci è giusta, ma il problema va risolto in una sede diversa». L’occasione per una regolarizzazione dei lavoratori immigrati in nero potrebbe essere offerta dal prossimo decreto (o un disegno di legge) sul sommerso, mentre la legge Fini-Bossi potrebbe passare senza modifiche sostanziali. Chissà se basterà alla Lega, che tuttora giudica «una inaccettabile sanatoria» la proposta Tabacci e si trincera dietro l’ira del suo capo. Alessandro Cè, capogruppo leghista a Montecitorio, ha chiesto l’intervento di Berlusconi per mettere a tacere i centristi e «garantire il rispetto dei patti». Ma intanto Bossi continua ad attaccare: «Sono emendamenti di assistenzialismo vecchio stile», vogliono difendere «gli istituti caritatevoli con cui sono imparentati».

Da parte di An sono arrivati all’Udc ripetuti inviti a desistere. «Quell’emendamento è un errore politico - ha detto Ignazio La Russa - va ritirato». Perché potrebbe offrire al centrosinistra la possibilità di uno sgambetto parlamentare alla maggioranza: quali conseguenze potrebbe avere una sconfitta del governo sul punto, considerato dirimente da Bossi? Ma Tabacci non intende fare retromarcia, nonostante il governo - attraverso il sottosegretario Mantovano (An) - abbia già anticipato in commissione il parere negativo sull’emendamento. E ieri a Tabacci è arrivata la solidarietà di diversi parlamentari Udc, compreso il capogruppo Luca Volontè.

Oggi la Legge Fini-Bossi approderà in aula. Il neo portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi, assicura che la Cdl «è unita» e che il «patto elettorale sarà rispettato». Si comincerà a votare, però gli articoli sono 32 e la prossima settimana è prevista la sosta pre-elettorale per il Parlamento. Il centrosinistra contesta radicalmente l’impianto della legge e ha presentato oltre mille emendamenti. «È una legge ingiusta e inefficace - ha detto Maurizio Fistarol, della Margherita - che Bossi vuole usare in modo spudorato per ragioni di propaganda». «Con il decreto approvato martedì - ha aggiunto Livia Turco, Ds - il governo ha pure rinunciato a combattere l’immigrazione clandestina: le norme sull’esecutività dell’espulsione sono infatti incostituzionali». L’Ulivo è comunque pronto a sostenere l’emendamento Tabacci, che ha ricevuto anche il plauso dei sindacati. Ieri, Cgil, Cisl e Uil hanno promosso una manifestazione, a Vicenza, sui diritti degli immigrati. Oltre cinquemila i presenti. La Lega ha contestato anche quel corteo: «È la prova della faziosità della Triplice», ha commentato Roberto Calderoli.

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