ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:     Pag.     )
Venerdì 17 Gennaio 2003

 

 

Allarme di Mantovano: «Troppo tempo perso tra indagini e arresti»



 

Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, ieri al Centro direzionale per un convegno sui collaboratori della Giustizia, boccia la protesta dei magistrati con la Costituzione fra le mani e invita le toghe napoletane a discutere su un altro tema: la «enorme dilatazione» dei tempi che intercorrono tra la presentazione delle informative di reato da parte delle forze dell’ordine e l’emissione delle ordinanze cautelari da parte dei giudici.

Onorevole Mantovano, il pianeta giustizia è ancora attraversato dalle polemiche. A Napoli protesteranno sia i magistrati che gli avvocati.
«Non mi aspettavo dall’Associazione nazionale magistrati un’iniziativa più soft, avendo già assunto una posizione forte lo scorso anno e soprattutto dopo aver organizzato uno sciopero, nonostante gli appelli del Capo dello Stato, in um momento di dialogo con il ministro della Giustizia. Non intraprendere iniziative o sceglierne di più morbide avrebbe avuto il senso di una retromarcia. Ma devo dire che l’immagine dell’ingresso con la Costituzione rimanda indietro con la memoria, ai sommi sacerdoti che entravano nel tempio con le sacre scritture imprese sulle vesti. Cosa vuol dire questo, che i magistrati sono i soli custodi e interpreti della Carta fondamentale? Mi permetto di dissentire, sarebbe invece interessante parlare di cose concrete».

A Napoli gli avvocati non parteciperanno alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario.
«Questa città è stata sempre molto vivace per quanto riguarda le proteste, sia adesso dei magistrati che per quanto riguarda gli avvocati. Nel momdo giudiziario le ragioni per protestare sono tantissime, bisogna capire se si vuole avere un atteggiamento costruttivo o solo di protesta. Ma dalla mia prospettiva istituzionale di sottosegretario all’Interno con delega alla sicurezza c’è un dato che mi preoccupa parecchio, e sul quale forse a Napoli si dovrebbe aprire un dibattito».

Quale?
«Il problema dei tempi che esistono tra il momento nel quale le forze di polizia depositano informative di reato con richieste di custodia cautelare, la formulazione della proposta di privazione della libertà da parte del pubblico ministero e i tempi di redazione dell’ordinanza di custodia cautelare da parte del gip. Se un’ordinanza di custodia arriva a distanza di quattro anni dal momento in cui è depositata l’informativa, la situazione criminale è totalmente cambiata, centinaia di delinquenti continuano a fare i delinquenti. Non voglio dire che sia colpa degli uni o degli altri. Di certo le forze di polizia fanno il loro lavoro, bisogna chiedersi da cosa dipende questa enorme dilatazione».


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