ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
(Sezione:        Pag.     )
Venerdì, 19 maggio 2005

MARIA PAOLA MILANESIOE

 

  

 Premi Nobel e scienziati per i quattro sì con il «Manifesto dei 100». Fiori si autosospende da An


 

Roma. Se il primo tassello è stata la vittoria a Catania, il secondo sarà l’affossamento del referendum sulla procreazione assistita. Mai nella Cdl si era stati così espliciti come lo è stato ieri Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno, An: «C’è una portata politica dell’appuntamento del 12-13 giugno. L’eventuale mancato raggiungimento del quorum costituirà un dato confortante per la tutela della vita, ma sarà soprattutto un colpo al cuore per i Ds. La vittoria dell’astensione porrà in ulteriore difficoltà il partito di Fassino e confermerà una lenta ma inesorabile rimonta politica del centrodestra». Quasi un invito al premier Silvio Berlusconi a sciogliere al più presto le sue riserve per schierarsi a favore dell’astensione.

Mantovano non arriva a esplicitarlo, ma a farlo è Maurizio Lupi, forzista e membro del comitato ”Non votare”, che incalza il capo di governo a non nascondersi dietro «il paravento della libertà di coscienza». «Paravento» che proprio in casa An - partito che predilige l’astensione, tanto da aver presentato ieri il suo comitato per l’”astensione attiva” - continua a creare lacerazioni. L’ultima, peraltro non inattesa, è l’autosospensione di Publio Fiori, insoddisfatto di quanto deciso martedì sera dall’ufficio di presidenza del suo partito.

«L’ufficio di presidenza? È un organismo invenzione di Fini, ma non legittimato a decidere alcunché», commenta tagliente l’ex dc. «È inutile ribadire che sono attuali le tesi di Fiuggi, di difesa della vita, se poi si lascia la libertà di coscienza e ognuno fa come vuole. An non è un club. Chi non si riconosce nei valori fondanti non è nel partito»: parole durissime che fanno capire quanto resti aperta la ferita creatasi dopo l’annuncio del presidente Gianfranco Fini che voterà tre sì e un no (all’eterologa). Che la faccenda sia giocata tutta su un piano politico, di netta contrapposizione tra i due poli, lo dimostra anche il fatto che si allunga di giorno in giorno la lista di chi nella Cdl - pur invitando all’astensione - invoca un necessario intervento del Parlamento per migliorare la legge. Il ministro della Salute Francesco Storace lo ha ribadito anche ieri, aggiungendo che «i partiti devono fare un passo indietro per non surriscaldare troppo il clima».

Anche l’Udc (i deputati Teresio Delfino, Anna Maria Leone) e Forza Italia (Giuseppe Palumbo, presidente della commissione Affari sociali a Montecitorio) ritengono inevitabile un nuovo passaggio alle Camere. Il che finisce per suscitare l’ironia dell’opposizione che si chiede come mai «tali colleghi parlamentari non abbiano fatto outing prima». Ieri, intanto, si è aperto un nuovo fronte di scontro, che vede contrapposti Viminale e radicali. Il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, durante un’audizione alla Camera, ha fissato a quota tre milioni gli italiani (per l’esattezza 2.815.573) residenti all’estero che avranno diritto di votare al referendum di giugno e che incideranno, dunque, sul calcolo del quorum. I radicali partono lancia in resta: «La situazione è immutata rispetto al passato, quando esiti referendari furono sabotati proprio con la truffa dell’inclusione di morti e fantasmi».

Anche la Margherita contesta le cifre fornite dal ministro, aggiungendo che «vi è la certezza che il 40% degli aventi diritto non riceverà il plico elettorale pur essendo calcolato ai fini del quorum». È di ieri, infine, il Manifesto dei 100, che riunisce premi Nobel e ricercatori schierati a favore di quattro sì. Tra i firmatari anche Rita Levi Montalcini, Carlo Flamigni e Umberto Veronesi. La loro - spiegano - è una battaglia per la libertà di ricerca scientifica, in particolare sulle cellule staminali embrionali che potrebbero aiutare a guarire molte malattie. «La legge 40 ha fatto danni. Tanto per citare dati: nel 2000 sono nati in Italia 7200 bambini grazie a tecniche di fecondazione assistita; con le restrizioni dell’attuale legge 1600 di loro non avrebbero mai visto la luce», commenta amaro Flamigni, ginecologo e componente del comitato nazionale di bioetica.


    

 

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