ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL MATTINO (Sezione: Pag. ) |
Martedì 21 Ottobre 2003 |
EZRA SCIARRA
IL TERRORISMO
E LA SICUREZZA
L’allarme diffusosi nell’opinione pubblica in seguito all’arresto dei presunti terroristi islamici, proprio all’indomani delle minacce di Osama bin Laden anche all’Italia, ha spinto molti esponenti del governo a sottolineare come gli stessi arresti dimostrino il grado di sorveglianza e controllo in atto nel Paese. Ma il sostituto procuratore generale della Corte d'appello di Roma, Antonio Marini, ha prospettato il rischio di «una saldatura operativa tra le cellule estremiste islamiche e i gruppi dell'eversione interna, dalle nuove Br agli anarco-insurrezionalisti». Il pericolo, cioè, «di una convergenza di organizzazioni diverse in nome di un comune obiettivo, con un ”collante” ideologico rappresentato dal sentimento anti-americano e dalla lotta alla globalizzazione».
Dalla Bulgaria, dov’era ieri in vissita, il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini (in visita in Bulgaria) ha invitato alla calma. «Tutte le misure di sicurezza sono state adottate» - ha affermato - e, senza ovviamente sottovalutare la minaccia, non bisogna «creare allarmi fuori luogo». «Abbiamo la consapevolezza - ha aggiunto - di aver garantito e di garantire condizioni di sicurezza necessarie e sufficienti, sia per quanto concerne le misure interne sia per la collaborazione con gli altri Stati».
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, dopo aver sottolineato ciò ch’è sotto gli occhi di tutti, e cioè che «l’ultimo messaggio di Bin Laden conferma che nel mondo, e anche nel nostro Paese, la mano dei terroristi esiste ancora e che questa grande organizzazione non è stata ancora sconfitta», ha assicurato che il governo italiano «non ha mai abbassato la guardia». Gli ultimi arresti in Italia, ha aggiunto, «confermano che il nostro Paese è ancora una base logistica di persone che sono collegate alla rete internazionale del terrorismo», ma «conosciamo le grandi linee di azioni anti-terroristiche e fortunatamente, grazie ai nostri inquirenti, riusciamo ancora ad arrestarli».
Per il presidente della Commissione europea Romano Prodi, il terrorismo si può combattero soprattutto con l’intelligence, cioè attraverso il continuo scambio d’informazioni. «Dopo l’11 settembre - ha sostenuto Prodi - è già stata messa in atto dall’Unione europea una cooperazione forte all’interno della stessa Ue e con gli Stati Uniti. Abbiamo firmato immediatamente accordi, cooperazioni di polizia, scambi di informazioni che ci sono stati utili in moltissimi casi in questi mesi. Le garanzie assolute di essere immuni dal terrorismo non ne abbiamo, non ne ha nessuno. Però non siamo più nella situazione in cui un'organizzazione viene toccata dalla polizia del Belgio, per esempio, e questi si tengono le informazioni».
Per il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano l'Italia «non è al livello di rischio della Gran Bretagna e degli Stati Uniti» e «non ci sono, per ora, segnali di trasformazione e interesse da parte di cellule di matrice islamica».Ma il ministro Carlo Giovanardi ha chiesto di «essere inflessibili nei confronti di chi pensa di venire in Italia utilizzando la strada della religione per destabilizzare il nostro Paese o sviluppare il terrorismo o l’invasione culturale di un Islam aggressivo nei confronti dei valori dell'Occidente».
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