ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MATTINO
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Venerdì 22 Ottobre 2004

 

 

 

 La Cdl: «Valutazioni ideologiche»

 


 

Bari. L’analisi del magistrato di Bari ha determinato immediate reazioni politiche. Ad insorgere sono gli esponenti del centrodestra. La «qualifica» assegnata dal gip del tribunale di Bari agli ex ostaggi italiani sequestrati in Iraq, definiti «mercenari», «non ha bisogno di commenti», ha sostenuto il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, affermando che il provvedimento «qualifica la condizione in cui si trova una parte della magistratura italiana, totalmente ed irresponsabilmente distante dalla realtà. Prima ancora che ideologicamente schierata».

Non meno severa è l’analisi di Fabrizio Cicchitto vice coordinatore di Forza Italia. «La conclusione del gip di Bari sugli ostaggi italiani - ha dichiarato - è abominevole perché arriva a dare una copertura ai sequestratori e agli assassini». Per Cicchitto poi la definizione di «mercenari al servizio degli Usa» non risulta al governo. «In ogni caso le parole usate (”gorilla”, ”mercenari”, ”fiancheggiatori”) non sono da magistrati ma da esponenti di qualche gruppuscolo estremista. Il Csm - si chiede l’esponente di Fi - non pensa di occuparsi di questa aberrazione?».

Per il presidente dei Verdi, Pecoraro Scanio, «le affermazioni del gip se confermate dimostrerebbero che Berlusconi e il governo italiano hanno nascosto la verità al Parlamento». «L'esecutivo - ha chiesto - venga subito a riferire in aula. Bisogna chiarire se ci sono mercenari italiani in Iraq». Sul caso è intervenuto anche il sottosegretario alla Difesa, Francesco Bosi, sostenendo che «al governo non risulta che Umberto Cupertino, Salvatore Stefio, Maurizio Agliana e Fabrizio Quattrocchi lavorassero per gli Stati Uniti o per la Cpa». «Erano - ha affermato al servizio di privati».

Maurizio Agliana uno dei quattro italiani sequestrati in Iraq ha reagito con forza alle valutazioni del gip di Bari. «È l'ora di finirla con queste cose. Non conosco - ha detto - il provvedimento del magistrato, ma se è stato scritto questo, prenderemo i provvedimenti del caso». «È ora di finirla - ha sostenuto ancora Agliana - di cercare ciò che non c'è mai stato, arrampicandosi sugli specchi. Lo dico ancora una volta ed è bene che questa cosa sia ben chiara una volta per tutte: eravamo in Iraq incaricati di protezione ravvicinata con un contratto della sicurezza privata, ovviamente nell'ambito del programma delle forze di coalizione. Tutto qui» Più pacata la reazione di Salvatore Stefio, che con lui era stato rapito. «Riaffermo - ha dichiarato - che noi eravamo, come lo siamo sempre stati, operatori della sicurezza».


    

 

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