ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL MATTINO (Sezione: Pag. ) |
Venerdì, 22 Aprile 2005 |
Il sindaco: «Bagnoli nel mirino dei clan»
CORRADO CASTIGLIONE Cantieri e racket, l’allarme è sempre forte, soprattutto se l’odore dei finanziamenti pubblici per le grandi opere pubbliche viene avvertito in tutta evidenza dai clan così come avviene ormai da tempo a Bagnoli per l’ultimazione della bonifica. Ecco perché il sindaco Rosa Iervolino fa sentire la sua voce e chiede che l’attenzione non venga abbassata: «A Napoli - dice la Iervolino - stanno arrivando tanti soldi per Bagnoli, così come per la zona est, e temiamo che la camorra riemerga, per questo lavoriamo preventivamente con le associazioni antiracket. Purtroppo finché non cambieranno tante cose sul piano sociale, e per questo dovremo aspettare una cinquantina d’anni, dove arriveranno i soldi ci saranno anche i taglieggiatori». Parole chiare, pronunciate in occasione del primo forum sulla lotta al racket nel settore dell’edilizia pubblica e privata tenutosi al Comune. La ricetta viene indicata nell’associazionismo antiracket: «Se l’imprenditore di Bagnoli è lasciato solo sarà avvicinato agevolmente dalla camorra, ma se la camorra sa che le forze dell’ordine sono nei cantieri e che la nostra logica è quella dell’uno per tutti e tutti per uno, allora avremo creato una rete preventiva che allontanerà gli estorsori». La logica è quella della sinergia e viene ribadita al forum al quale partecipano i rappresentanti delle quattro associazioni anticamorra nate negli ultimi anni in città, oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine, il generale dei Carabinieri Vincenzo Giuliani, il comandante provinciale della Guardia Di Finanza Vicanolo, Tano Grasso consulente antiracket del Comune e il procuratore capo della Repubblica Giandomenico Lepore. Rileva il sindaco: «Questa realtà nuova e preziosa che è l’associazionismo antiracket offre appoggio a chi viene affrontato dalla camorra e gli dice che non è più solo ma supportato dalle associazioni di categoria, attraverso le quale possono essere fatte le denunce». Anche l’assessore comunale Roberto De Masi sottolinea l’impegno fin qui condotto in sinergia da tante associazioni e dalle istituzioni «nel promuovere l’obbligo della denuncia ad ogni tentativo di estorsione, che ci ha consentito di fare di Napoli la città d’Italia in testa alla graduatoria per quanto riguarda le denunce specifiche». Sinergia con la quale il modello napoletano trova applicazione anche altrove, come ha affermato il consulente al ramo Tano Grasso, che ha comunicato la costituzione proprio qualche giorno fa a Gela di un’associazione antiracket dalle stesse caratteristiche, in una delle zone a più alta densità mafiosa della Sicilia. E De Masi annuncia la convocazione in città di un forum degli enti locali del Mezzogiorno impegnati nelle politiche di contrasto attivo al racket e alle mafie. Meno pessimista sembra il procuratore Lepore. Ecco le ragione del suo moderato ottimismo: «Una riprova dell’effetto positivo dell’associazionismo antiracket è che oggi ci sono nuove modalità di reato quali le rapine con l’ariete o il ”buco”, il che significa che qualcosa non sta funzionando più nel vecchio sistema delle estorsioni. Il commerciante oggi si sente più protetto: la strada intrapresa è quella giusta, dobbiamo vincere l’isolamento degli imprenditori». C’è poi il problema degli operai: «Mettiamoci nei loro panni - dice Lepore - immediatamente se la squagliano quando comprendono che la camorra è presente nel cantiere o cerca di estorcere il pizzo. Bisogna dare fiducia anche a loro e fare opera di convincimento». Riflessioni e approfondimenti sulla materia sono arrivati anche dall’incontro che si è svolto a Forcella alla scuola «Durante-Ristori». Il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano rimarca: «L’impegno delle forze dell’ordine a Napoli è sotto gli occhi di tutti e fa registrare un rallentamento dell’attività criminale più virulenta, che si era manifestata nei mesi passati». Mentre il segretario campano della Margherita Ciriaco De Mita osserva: «L’illegalità si riduce, se cresce nella coscienza delle persone il senso civico che non è dovere astratto, non è un’imposizione, ma una convenienza».
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