ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL MATTINO (Sezione: Pag. ) |
Venerdì 24 Giugno 2005 |
LA POLEMICA
Roma. Gianni Alemanno non è più candidato alla segreteria di An. Ha fatto un passo indietro dopo che l’altro leader della Destra sociale, Francesco Storace, l’aveva di fatto stoppato. Era stato Publio Fiori a lanciare Alemanno, ipotizzando la nascita di un «correntone» anti-Gianfranco Fini. Storace è stato durissimo: «Non sono d’accordo con le manovre di Fiori, che un giorno giocherella con i nostri leader e il giorno successivo con Cirino Pomicino. Il suo scopo è annunciare che se ne andrà da An il giorno dell’Assemblea nazionale». Alemanno è corso subito ai ripari: «Ringrazio l’onorevole Fiori, ma la mia candidatura non è all’ordine del giorno». Ancora: «Nessuno è contro Fini e non c’è alcuna congiura dei colonnelli. L’assemblea nazionale deve fare chiarezza sulla linea e sui valori del partito, dopo le vicende del referendum». Era stato Storace a proporre l’elezione di un segretario, che affianchi il presidente Fini. Ma non è detto e, a questo punto, neppure probabile che l’assemblea nazionale del 2-3 luglio scelga un segretario. Fini è il primo a non volere un alter-ego. E, dalla consultazioni tra i capicorrente, sembra emergere un’ipotesi meno traumatica: la nomina di un coordinatore. Nomina affidata a Fini e da convalidare in assemblea. Il candidato con maggiori chances, al momento, sembra Altero Matteoli, leader della corrente Nuova alleanza e schiarato «con Fini senza se e senza ma». Se Matteoli diventerà coordinatore del partito, Ignazio La Russa è candidato a prendere il suo posto di ministro dell’Ambiente. Nella riunione dell’altra sera i capi di Destra protagonista, la corrente di La Russa e Gasparri storicamente più vicina a Fini, hanno deciso di difendere il presidente dall’assalto di Alemanno. Ma, al momento, non ci sono ancora accordi definiti con Matteoli. E Gasparri, in un incontro a tu per tu con Alemanno, ha convenuto con le critiche sulla scelta referendaria di Fini. Anche in Destra protagonista c’è qualche malumore verso il vicepremier, che si tradurrà nella richiesta di una maggiore collegialità. Di sicuro, il punto d’attacco di Alemanno in assemblea sarà il referendum e il legame della destra con i valori cattolici tradizionali. È già pronto un documento, che ha raccolto firme anche fuori dai confini della Destra sociale: Mantovano, Buontempo, Rebecchini, Selva, Fiori. Alemanno si dice pronto a passare all’opposizione, a schierarsi apertamente contro Fini, se i contenuti di quel documento fossero contestati. Ma è improbabile che le altre due correnti accettino lo scontro frontale su quel terreno. Tanto è vero che non sembrano intenzionate a presentare proprio documenti in avvio di assemblea. Gli sviluppi del confronto dipenderanno molto dalla relazione di Fini. E dalle soluzioni che proporrà, a partire dal tema del partito unitario del centrodestra. Se Fini dovesse schierarsi apertamente per il partito unico, lo contrapposizione con Alemanno diventerebbe inevitabile. Tuttavia, è ormai lo stesso Berlusconi a parlare dell’unità come un processo non breve e a collocare la lista unitaria dopo il 2006. Anche se in An non manca chi chiede «tempi brevi»: Enzo Raisi (Nuova alleanza) e Pietro Cannella (Destra protagonista) si sono fatti promotori di un altro documento per l’assemblea in cui si chiede subito una decisione a favore del partito unico. Hanno già firmato una ventina di deputati. E il viceministro Adolfo Urso ha assicurato il proprio sostegno. cla.sa.
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