ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL MATTINO (Sezione: Pag. ) |
Mercoledì 26 Febbraio 2003 |
RAFFAELE INDOLFI
IL REPORTAGE
DALL’INVIATO A PISA
E a Pisa, sempre oggi, è prevista anche una grande manifestazione contro la guerra per le strade del centro. E alla vigilia del giorno più lungo della protesta contro i treni delle armi si fa sentire anche Luca Casarini, il leader dei «Disobbedienti» veneti. Lui e i suoi i treni non vengono a bloccarli a Pisa, ma in qiesti giorni hanno tentato di fermarli nello lorpo stazioni di partenza. Ieri Casarini non ha guidato come Caruso l'occupazione di una stazione, ma è andato a Dolo, un comune non lontano da Venezia, per contestare l'inaugurazione dei lavori della linea Alta velocità Venezia-Padova. A Dolo, Casarini e i suoi sono arrivati in treno, ma non sono riusciti a raggiungere il luogo della cerimonia bloccato da una spesso cordone delle forze dell'ordine. La cerimonia, alla quale presenziava il ministro dei trasporti. Lunardi, e il presidente della Regione Veneto, Galan, è andata avanti, mentre i «Disobbedienti» tenuti lontani dalla polizia gridavano slogan contro la guerra e i «treni della morte». Ma anche a Dolo si è parlato della grande manifestazione di oggi. «Sarà - ha detto Casarini - una giornata nazionale di protesta e disobbedienza. Saremo sui binari da qui a Pisa. E bloccheremo con i nostri corpi il passaggio dei treni delle armi». Alla grande manifestazione di oggi dovrebbero partecipare anche quelle parti del movimento No global che non hanno partecipato finora alle protesta sui binari. E replica al sottosegretario dell'Interno, Mantovano che per evitare il blocco dei treni delle armi ha parelato di un piano alternativo del governo, quello di fare arrivare i treni in Turchia via terra, attraverso i territori dell'ex Jugoslavia. «Anche noi - afferma Carasini - abbiamo il nostro piano «B» e siamo già molto avanti con la preparazione. E lo diciamo a Mantovano». I treni per Casarini sono i venti convogli che dovevano raggioungere Camp Darby e che non sarebbero partiti proprio per i blocchi organizzati dai «Disobbedienti». Per Casarini i «Disobbedienti» veneti si sarebbero già organizzati con i movimenti croati e sloveni che sono a loro vicini e che dovrebbero, se i treni della armi dovessero transitare per il loro territorio, ripetere le manifestazioni di questi giorni in Italia, bloccando stazioni e binari. Casarini è pronto a portare la protesta anche fuori dai confini nazionali.
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