ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL MATTINO (Sezione: Pag. ) |
Mercoledì 26 Gennaio 2005 |
CORRADO CASTIGLIONE
Torna indietro Pisanu
Il ministro dell’Interno avverte che alcune espressioni hanno affondato troppo il fendente contro le responsabilità degli enti locali e hanno finito con l’indebolire il fronte comune nella lotta alla camorra, così come aveva evidenziato anche l’Osservatore Romano. Per questo cambia registro e spiega: «Nessuna polemica, credo che ci sia stata un’interpretazione sbagliata delle mie parole». Torna dunque la pace tra il ministro e il sindaco. Pisanu affronta il caso-Napoli in occasione dell’inaugurazione a Modane, nella Savoia francese, della nuova sede del Centro interforze di polizia e di dogana: «Io ho ripetuto una frase che dico da almeno tre mesi e che è quasi letteralmente presa dall’”Unità” del 10 novembre dell’anno scorso da un articolo del professor Nicola Tranfaglia, che spiega molto bene le cause del degrado economico e sociale della città di Napoli. Fa capire come la lotta alla camorra non si possa risolvere soltanto con l’impegno assiduo, generoso ed efficace della polizia di Stato, dei carabinieri e della guardia di Finanza». Di qui il cambio di tono: «Non avevo intenzione e non voglio fare polemiche. Se volessi farle avrei abbondante materiale, perché penso che la preoccupazione principale debba essere quella di unificare tutte le forze contro il nemico comune che è il crimine organizzato». E aggiunge: «Da Palermo a Napoli, a Milano il governo e le forze dell’ordine fanno fino in fondo il loro dovere contro la mafia, la camorra, il terrorismo e ogni altra forma di illegalità. Continueremo a farlo senza polemiche, senza scaricare su altri le nostre responsabilità, ma anche aspettandoci che ciascuno ad ogni livello faccia la sua parte». Dal canto suo, il sindaco Rosa Iervolino, intervenendo alla trasmissione «Ballarò», gradisce il cambio di passo di Pisanu: «Il ministro ha ridimensionato certe sue affermazioni, d’altra parte mi sembra evidente che a Napoli non è radicato un sentimento anti-Stato. Piuttosto è vero che sul territorio ci si adopera: si danno da fare i sacerdoti, così come i volontari. E le istituzioni locali non stanno a dormire, come sostiene qualcuno, ma anzi aiutano la gente, basti pensare che favorendo le associazioni antiracket abbiamo in poco tempo visto incrementare le denunce contro le estorsioni. Insomma, tra le istituzioni non vanno alimentate le polemiche». In sintonia con il ministro il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, che al dibattito di «Omnibus», in onda su La7, afferma: «L’appello all’unità di Pisanu è fondato: a Napoli sono accaduti fatti gravissimi e il nemico in questo momento non è l’omertà, ma la ribellione fomentata dalla camorra». E puntualizza: «Non c’è bisogno dell’intervento dell’esercito a Napoli perché uomini e mezzi impiegati sono moltissimi. Piuttosto serve un’attenzione sempre maggiore verso quello che io definisco l’arresto dei proventi, vale a dire la giurisprudenza legata al congelamento dei ricavi derivanti dalla camorra». Toni meno morbidi, invece, dal presidente della Commissione Antimafia Roberto Centaro (Forza Italia), che a San Macuto dopo una riunione della commissione non risparmia accuse ai governi locali: «Pisanu non ha fatto che radiografare con obiettività la situazione. È evidente che c’è stato un ritardo della politica che ha governato Napoli. Non può essere che a Forcella l’unico centro di socializzazione sia la parrocchia e che a Scampia servano 15 anni per aprire una piscina». Di segno opposto le dichiarazioni del capogruppo Ds in Commissione Antimafia Giuseppe Lumia, che a margine della stessa riunione - riferendosi alle affermazioni di Pisanu, che sabato aveva detto che «la camorra dà il pane» - ha affermato di «trovare un po’ singolare che da un lato il governo tolga a 17mila famiglie il reddito di inserimento, e dall’altro constati che la camorra procura sostentamento».
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