Impegnato sul fronte della lotta al terrorismo in qualità di sottosegretario all'Interno, con delega alla pubblica sicurezza, Alfredo Mantovano di An è fra quelli che scommettono sul partito unico, ma invita il centrodestrsa a individuare i «contenuti prima del contenitore nell'ambito di un confronto ampio e senza pregiudizi».
Come la ricandidatura di Berlusconi nel 2006?
«L'apprezzamento nei confronti del leader della Cdl per questi dodici anni di intenso lavoro non è in discussione, ma se anche la Chiesa ha ridotto al minimo i propri dogmi non vedo perchè la politica dovrebbe averli».
Il partito unitario toccasana di ogni male, trampolino del rilancio della Cdl?
«In questo ultimo periodo sto partecipando al dibattito sul soggetto unitario anche con la fondazione Magna Charta e ritengo sia interessante avere una visuale ampia che ritrovo per esempio nelle parole di Pier Ferdinando Casini. Il problema non è Berlusconi sì, Berluscnoni no, anche perchè la sua leadership non è in discussione. È necessario però capire il centodestra con quale assetto si presenterà alle elezioni e in tale contesto la questione delle premiership può diventare un elemento di confronto senza pregiudizi, consapevoli che non stiamo parlando della tavola dei dieci comandamenti».
An già annuncia che correrà con il prorpio simbolo: un freno al partito unitario?
«Prima di creare il contenitore è inutile parlare delle etichette. Oggi l'argomento è quello dei contenuti, in che modo rispettare il patto con gli itagliani e con quali nuove proposte presentarci agli elettori».
Nasce il gruppo trasversale dei moderati della Cdl?
«È positivo che fra esponenti di diversi partiti vi siano assonanze che vanno valorizzate e bisogna lavorare per ridurre le dissonanze che si registrano con altri. Nella stessa Forza Italia vi sono infatti resistenze nonostante il prgetto del partito unitario sia stato lanciato proprio da Berlusconi».
Per non perdere le elezioni non bisognerà quindi solo saper comunicare?
«Sarebbe un errore pensare che siamo già in campagna elettorale. A noi toccherà governare anche nei prossimi mesi e molto dipende dalla Finanziaria, così come dalla tenuta del sistema di sicurezza e da quante risorse vi saranno destinate. Bisognerà poi capire cosa faremo nei confronti delle famiglie e come teneteremo di limitare la concorrenza di paesi come la Cina. Insomma gli italiani attendono una serie di risposte cha vanno date»
Nel collegio di Gallipoli la volta scorsa, pur perdendo, tenne testa a Massimo D'Alema: tenuto conto delle condizioni del Sud ripeterebbe la sfida?
«Credo che nei confornti del Mezzogiorno abbiamo fatto ciò che si poteva tenuto conto della situazione economica. Detto ciò, il Meridioine ha bisogno di misure che lo rendano maggiormente competitivo perchè paradossalmente anche quelle imprese che operano nel mondo del sommerso cominciano a risentire fortemente la concorrenza cinese. Il Sud resta dunque la priorità».