ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL MATTINO (Sezione: Pag. ) |
Venerdì 30 maggio 2003 |
ROSSELLA GENTILE
MENDICANTI
BAMBINI
L’accattonaggio dei minori in Italia è un problema troppo diffuso e complesso per essere risolto soltanto con la repressione. Piuttosto, sarebbe opportuno ricorrere all’intervento integrato di polizie, di stato e municipali, e di servizi sociali: questo il punto sul quale hanno concordato tutti i partecipanti al Forum organizzato ieri a Roma dall’Osservatorio sul lavoro minorile, istituito dalla Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia. La legge, è stato ricordato, non punisce chi chiede l’elemosina, ma chi sfrutta a questo scopo un minore di 14 anni; chi mendica con un bambino non è punibile, a meno che non provochi lesioni al piccolo. Un problema che in Italia, con 8mila minori per lo più stranieri, costretti a mendicare, appare imponente. Secondo il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, bisogna intervenire coinvolgendo polizia municipale e servizi sociali che devono agire in stretto coordinamento, utilizzando anche poliziotti, carabinieri di quartiere e vigili urbani. Il vicecommissario dell’Inail, Antonio Parlato, ha invece proposto di utilizzare, oltre a vigili urbani e poliziotti di quartiere, anche agenti in congedo. Allo studio, dunque, soluzioni per una questione che non è uguale in tutte le regioni. I dati del ministero dell’Interno sulle denunce per accattonaggio durante il periodo maggio-dicembre 2002, rivelano tra l’altro, anche una sorprendente disparità tra regioni: 78 denunce in Lombardia, contro le 6 della Campania, dove, secondo l’osservatorio lo sfruttamento minorile è particolarmente diffuso. Sempre secondo l’Osservatorio, nel capoluogo partenopeo lavora il 30% dei ragazzini tra i 10 e i 14 anni, mentre un piccolo esercito di bambini immigrati passa giornate a chiedere l’elemosina. Un dato che l’assessore agli Affari Sociali del comune di Napoli, Raffaele Tecce, ritiene inattendibile: «I ragazzi al di sotto di sedici anni a Napoli sono circa 180mila e attraverso gli strumenti del Welfare municipale, l’assessorato ai Servizi Sociali ha un rapporto diretto con circa 25mila di essi, attraverso l’educativa territoriale, i progetti ragazzi in gioco, ragazzi in città e i semiconvitti. Pertanto, trattandosi dei soggetti più deboli e più bisognosi con i quali si hanno quotidiani rapporti, è inattendibile che il 30% per cento dei minori tra i 10 e i 14 anni sia dedito all’accattonaggio. Gli extracomunitari sono invece 15mila e i rom circa mille e 500: se le cifre diffuse fossero realistiche dovremmo avere almeno 20mila bambini presenti a ogni angolo di strada dediti all’accatttonaggio. Come ogni esagerazione la cosa si commenta da sola».
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