ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su il mattino di Padova (Sezione: Regione Pag. ) |
Giovedì 27 Febbraio 2003 |
Sono 15 mila le istanze
nelle prefetture del Veneto
VENEZIA. Alla fine della scorsa settimana nel Veneto erano 14.925 le istanze di regolarizzazione di lavoratori stranieri trasmesse dalle Poste alle prefetture in base alle norme della Legge Bossi-Fini a fronte di 61.418 domande presentate. In tutta Italia le domande giunte al centro servizi delle Poste sono staTE 703.879 e quelle trasmesse alle prefetture 190.278. I dati sono stati resi noti dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano in commissione a Palazzo Madama, sollecitato da alcuni senatori e in particolare da Luciano Falcier (Forza Italia). Mantovano ha affermato che negli ultimi giorni vi è stata un'accelerazione nelle procedure, passando da ottocento a circa tremila pratiche al giorno. Secondo il governo è prevedibile l'esame di tutte le richieste entro l'anno. Sulla Bossi-Fini interviene anche l'assessore regionale ai Flussi migratori, Raffaele Zanon, di An, che replica ad alcuni magistrati del Veneto che avevano fatto amare considerazioni sull'applicabilità delle norme visto il codice di procedura. «La Bossi-Fini è una legge nuova, innovativa e coraggiosa», dice l'assessore, e «come tutte le nuove leggi, può presentare nella fase iniziale qualche problema attuativo». E poi attacca: «Chi, come i magistrati, svolge un compito di grande rilevanza istituzionale ha il dovere di suggerire soluzioni che ne facilitino l'applicazione, evitando affermazioni che, al di là delle loro intenzioni, possano prestarsi a strumentalizzazioni di tipo politico». In alcuni casi di scarcerazione di clandestini arrestati per Zanon «il problema più che la legge sembra essere l'organizzazione della macchina della giustizia - due soli Tribunali, Padova e Venezia, in cui si fanno udienze per direttissima, chiusi anch'essi, però, di domenica - che non permette l'applicazione né della Bossi-Fini, nè delle altre leggi che prevedano il processo per direttissima, sette giorni su sette e su tutto il territorio regionale».
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