ROMA - Viminale, il giorno dopo
la chiusura delle inchieste sulle violenze del G8. Il sottosegretario
all’Interno, Alfredo Mantovano, appare meno diplomatico del ministro
Pisanu. Non lo convincono i 73 “avvisi” spediti agli agenti per la doppia
irruzione alle scuole “Diaz” e “Pascoli” e per le presunte violenze ai manifestanti arrestati e portati alla caserma Bolzaneto. Ecco le sue
parole: «Queste conclusioni di indagini sono un drammatico paradosso:
“black bloc” vittime e poliziotti aggressori». Non è tutto: «Nel capoluogo
ligure, due anni fa, si è realizzato il più grosso tentativo organizzato e
pianificato di aggressione violenta nei confronti dei partecipanti a un
vertice internazionale e di chi era preposto alla loro tutela».
«A
distanza di due anni - aggiunge - le cifre e l'enfasi seguite alla
conclusione delle indagini sembra, al di là delle intenzioni e in modo
assolutamente oggettivo, ribaltare i ruoli: i 73 avvisi notificati ad
appartenenti a forze di polizia, a fronte dei 23 notificati qualche mese
fa ai presunti autori delle violenze e dei danneggiamenti, rischiano di
identificare, ancora una volta e contro la realtà, gli aggressori nelle
forze di polizia e gli aggrediti nei black bloc e negli anarchici
insurrezionali». Mantovano è convinto che «se non vi è dubbio che le
responsabilità vanno accertate senza remore nei confronti di nessuno, a
prescindere dall'appartenenza a corpi dello Stato, è altrettanto
indubitabile che questo squilibrio lascia perplessi, e si affianca al
giustificazionismo ascoltato a suo tempo a proposito del disagio sociale,
che avrebbe motivato quel modo di protestare».
«Come ha ricordato il
ministro Pisanu - prosegue il sottosegretario - le forze di polizia sono
sane e svolgono al meglio il loro ruolo al servizio delle istituzioni. I
fatti del G8, riproposti all'attenzione dalla chiusura della indagini, non
devono far trascurare che da Genova fino a oggi le forze dell'ordine, e
anzitutto la Polizia di Stato, hanno garantito il pacifico svolgimento di
centinaia di manifestazioni di protesta».
Sulla stessa lunghezza
d’onda anche il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli:
«Non mi convincono per nulla le conclusioni della Procura ligure sui fatti
del G8 di Genova». E poi ancora: «Chi ha sbagliato pagherà, ma i 73 avvisi
di fine indagine mi sembra non abbiano tenuto conto che i fatti non si
sono svolti in una qualsiasi tranquilla giornata, ma in una città messa a
ferro e fuoco da vere e proprie bande di terroristi. Il terrorismo non è
solo quello delle Br, esiste anche un terrorismo di piazza a cui non si
può porgere l'altra guancia. Pur con la scarsa fiducia che nutro nei
confronti di una certa magistratura, mi auguro che alla fine la verità
prevalga senza forzature politiche». A Calderoli si aggiunge anche la
protesta della Confederazione sindacale autonoma di polizia (Consap):
«Un'inchiesta fallimentare, che rivela un impianto accusatorio senza
fondamenta».