ROMA - Ad un mese dall’approvazione dell’indultino si tirano i
primi bilanci. Sono 642 i detenuti già usciti dalle carceri: 613 uomini e
una trentina di donne sono tornati a casa dopo aver ottenuto il via libera
dai vari tribunali di sorveglianza. Insomma l’indultino prosegue la sua
marcia. Anche perché, malgrado la sospensione feriale, molti tribunali
italiani, compresi quelli di sorveglianza, hanno riaperto i battenti
proprio per valutare le posizioni di coloro che avevano le carte in regola
per usufruire del provvedimento.
Le prime cifre dimostrano che il
maggior numero di detenuti tornati in libertà sono quelli reclusi nelle
quattro regioni del sud: in testa la Calabria con 91 detenuti; segue la
Sicilia (80); la Campania (59) e la Puglia (54). Nel nord la regione che
ha registrato il maggior numero di scarcerazioni è il Piemonte (72),
seguito dal Veneto (63). Anche il Lazio si colloca ai primi posti con i
suoi 73 scarcerati, di cui soltanto tre donne. In fondo alla classifica
troviamo invece la Lombardia, un solo detenuto, e l’Emilia Romagna dove
nessuno finora è stato scarcerato. I dati delle altre regioni sono meno
rilevanti: 7 in Friuli e Venezia Giulia; 16 in Valle d'Aosta; 12 in
Trentino; 15 in Basilicata; 18 nelle Marche; 22 in Molise; 6 in Sardegna e
in Toscana; 2 in Umbria.
Con le scarcerazioni proseguono anche le
polemiche. È ancora una bocciatura senz'appello quella del sottosegretario
all'Interno, Alfredo Mantovano, secondo il quale l’indultino «interviene
sulla certezza della pena contribuendo a renderla ancora più flebile».
L’ex responsabile della Giustizia di An ha sottolineato che il
provvedimento «contribuirà a rafforzare la convinzione sbagliata, ma
comunque molto diffusa, che tutto sommato a commettere reati anche gravi
non si paga poi un costo così elevato».
Spiega Mantovano:
«Nell'ordinamento penitenziario esiste già un complesso di istituti che,
mano mano che ci si avvicina al termine ultimo di espiazione della pena,
la rendono sempre più tenue: questo corrisponde al progetto costituzionale
del carattere rieducativo». Il problema, però, secondo Mantovano, è che
«l'indultino ottiene lo splendido risultato di un abbuono secco della
sanzione penale che si sovrappone agli altri benefici già esistenti, in
cambio di nulla». Non è così che si svuotano le carceri, dice Mantovano:
«Nel giro di qualche mese le ritroveremo piene come lo sono state fino a
qualche giorno fa».