ROMA - Alla Conferenza
mondiale sulla droga il vice premier Gianfranco Fini ha detto che «non ci
sono droghe buone e droghe cattive, il loro consumo sarà comunque
vietato». Si è parlato anche di sanzioni più severe e del fatto che verrà
«annullata la distinzione tra pesanti e leggere». L’Italia si è divisa
ancora una volta ed è scontro tra opposizione e maggioranza. Ma con
l’introduzione delle nuove norme (entro ottobre è previsto l’esame di
Palazzo Chigi) che cosa cambierà? Prevarrà la strategia del recupero o
della repressione? E, soprattutto, scatteranno le manette? Abbiamo
intervistato il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, di An, uno
degli esponenti di Governo più impegnati nel piano.
Mantovano, il fronte degli antiproibizionisti è insorto
contro l’ipotesi del carcere. Sinistra e radicali dicono che non si può
risolvere con la repressione il problema droga. Che cosa risponde?
«La nuova legge non sarà solo repressione, ma anche
prevenzione e recupero. Va chiarito che non stiamo progettando una legge
proibizionista. Ci sarà una ”via diversa”, sia rispetto al proibizionismo,
che non risolve nulla; sia rispetto all’antiproibizionismo, che aggrava il
fenomeno».
Che cos’è che non va nella legge in vigore?
«E’ squilibrata e troppo lassista nella fase iniziale.
Infatti, grazie al referendum del ’93 si può detenere droga senza limiti.
Inoltre, la Cassazione ha dichiarato non punibile anche chi detiene 100
grammi di cocaina e 100 grammi sono un quantitativo considerevole. Tutto
ciò è un incentivo alla diffusione degli stupefacenti».
Volete ripristinare la dose minima giornaliera, che era
contenuta nella Iervolino-Vassalli?
«Assolutamente no.
Fisseremo una “soglia” per la detenzione delle sostanze. Tale “soglia” di
confine verrà fissata sulla base della presunzione di pericolosità.
Comunque, sia chiaro che la detenzione sarà sempre e comunque un
illecito».
La “soglia” per il quantitativo di stupefacente
però fa pensare alla modica quantità. O no?
«Sono due cose
diverse: la “soglia” non sarà determinata in funzione del bisogno del
tossicodipendente, ma, come ho detto, sulla base della pericolosità di
quel certo quantitativo di sostanza, qualunque essa sia».
Chi consuma droga finirà in carcere?
«L’intento
della legge non è certo quello di carcerizzare ad ogni costo. Al di sotto
della “soglia” ci sarà solo la segnalazione al prefetto: nel caso di un
consumo occasionale o dello spinello del sabato sera si intraprende la
strada della dissuasione, cercando di informare sui pericoli della droga.
Diversamente, si indirizzerà ad un percorso di recupero. Per le piccole
quantità, comunque, ci saranno solo delle multe e ritiro della patente,
del porto d’armi, insomma verranno applicate le sanzioni già in vigore».
Quando scatteranno le sanzioni penali?
«Ci sarà
una certa gradualità. E al carcere non si arriverà subito. E’ prevista
un’ipotesi attenuata, con il lavoro sostitutivo che eviterà la prigione,
nei casi in cui la “soglia” sia stata superata di poco. Le sanzioni
diverranno maggiori, fino al carcere, se i quantitativi sono consistenti».
Lei ha detto che lo spinello è più pericoloso, può
spiegare?
«L’effetto drogante nel caso della marijuana è
provocato dalla molecola Thc. Ebbene, 15 anni fa non superava l’1,5%. Ora,
con la produzione albanese arriva al 15%».