ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO (Sezione: Latina Pag. ) |
Lunedì 20 Ottobre 2003 |
di SARA IPPOLITO Sondaggio Abacus/Gli italiani d’accordo con la commissione Infanzia: vietarli ai minori
«Videogames, sì ai divieti»
ROMA - I videogiochi non appassionano gli italiani. Ma sui loro contenuti hanno idee ben precise: per il 71 per cento, i games con scene di violenza esplicita e in cui il protagonista compie azioni criminose, sono pericolosi. per il 39% sono da ritirare dal mercato. E’ questo il risultato del sondaggio realizzato da Abacus per conto del Messaggero, dopo la richiesta del Movimento genitori e della Commissione bicamerale per l’infanzia di apporre, sui videogames più violenti, un bollino rosso per identificarli in modo da vietarne la vendita ai minori. Il 44% degli intervistati su un campione di 1001 è d’accordo: quel tipo di videogiochi, che secondo qualcuno istigano alla violenza e a delinquere, devono riportare sulle confezioni una scritta che indichi il divieto. Ma c’è un 39% che addirittura invoca il ritiro dal mercato e il divieto di distribuzione: una posizione sostenuta più dalle donne (40,7%) che dagli uomini (35,9), di età superiore ai 60 anni (52,5%) e con un livello di istruzione tendente al basso (licenza media: 39%; licenza elementare 48,9%). Il tema del sondaggio è argomento di cui gli italiani sono informati, sebbene soltanto l’8 per cento ha ammesso di aver giocato davanti al computer a “Mafia”, “Carmageddon”, “Max Payne”, ecc., dove abbondano le scene di violenza. Il 62 per cento, ne ha solo sentito parlare ma non ci ha mai giocato e neanche ha mai assistito a una partita: tra questi ultimi una buona fetta di studenti (il 48,1%). Ma questi giochi dove il protagonista è chiamato a uccidere per soldi o per vendetta, gestisce traffici di droga e prostituzione, perchè hanno tanto successo tra i giovanissimi? Secondo il 35% degli intervistati ciò dipende dal fatto che i ragazzi oggi subiscono di più il fascino degli eroi negativi. Secondo un altro 35 per cento perché «consentono a chi gioca di trasgredire il più possibile alle regole, almeno virtualmente». A parte un 11% che non ha idea, il 19% pensa che «possederli, indipendentemente da giocarci o meno, è un motivo di vanto nei confronti dei coetanei.
E se per il 71 per cento sono giochi molto pericolosi, il 23% crede che invece siano passatempi attraverso i quali l’aggressività si sfoga senza danni per nessuno. Per il momento, accanto all’iniziativa dei genitori, si è aggiunta la voce del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano che ha affermato: «lo Stato stabilirà un divieto, ma è importante anche la prevenzione». Psicologi e psichiatri si sono invece divisi: c’è chi vorrebbe bandire tutti i videogiochi e chi, invece, vieterebbe solo quelli dai contenuti diseducativi. E le case produttrici? Hanno deciso di sottoporre i loro prodotti alle valutazioni di esperti prima di immetterli sul mercato.
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