ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO (Sezione: Pag. ) |
Martedì 21 Ottobre 2003 |
di ANTONIO DE FLORIO Il responsabile del Viminale: «Immane tragedia, che pesa sulla coscienza civile del Continente. Centinaia i morti in mare e nelle traversate del Sahara» «L’ombra di Al Qaeda sui viaggi dei disperati»
ROMA - «È un'immane tragedia, che pesa, innanzitutto, sulla coscienza civile dell'Europa». Il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, al vertice francese con i colleghi di Germania, Spagna, Gran Bretagna e Francia, dove si discute proprio di clandestini e terrorismo islamico, non trova altre parole dinanzi ai morti raccolti a Lampedusa. «Purtroppo - aggiunge - quello di ieri è soltanto l'episodio più recente di una grande e ignorata tragedia che si sta consumando da tempo sotto gli occhi dell'Europa. Nel corso di quest'anno, sulla base delle notizie di cui disponiamo, i migranti clandestini morti in mare sono centinaia, forse sono ancora di più quelli morti di stenti nel tentativo di attraversare il deserto del Sahara». Pisanu chiama in causa anche i governi africani dai cui Paesi partono o transitano i flussi migratori. Spetta, dunque, all'Europa ed all'Africa collaborare intensamente per regolare le migrazioni e combattere le organizzazioni che sfruttano spietatamente i clandestini, ponendo fine a questa enorme tragedia». Su chi gestisce i traffici delle carrette Pisanu dice: «Noi non escludiamo che Al Qaeda ed altre organizzazioni terroristiche sfruttino l'immigrazione clandestina per autofinanziarsi». Il ministro ha confermato al presidente della Camera Casini la sua disponibilità a riferire nell’aula dei deputati sui problemi dell’immigrazione, «anche con riferimento ai tragici eventi di questi giorni». Mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini dice da Roma: «L’azione strategica per combattere l’immigrazione clandestina deve essere europea e non degli stati membri». Per il responsabile della Farnesina un ”importante pilastro” è il piano di cooperazione con i paesi di provenienza e i paesi di transito dei clandestini. «Con Tunisia e Libia - dice - ci sono degli accordi in corso dai quali dobbiamo però registrare quello che ancora non sta funzionando: c'è un problema di cooperazione che va intensificato; c'è un problema libico di embargo e c'è evidentemente un problema di modalità di riammissione. Ecco perchè l'Italia sta provvedendo affinché aumentino gli accordi di riammissione a livello europeo». Il ministro conferma che entro dicembre, in occasione del Consiglio Europeo, il piano europeo per l'immigrazione vedrà la luce. E sull’importanza di riammettere la Libia si è pronunciato anche il sottosegretario all’Interno Alfredo mantovano: «Se l’Europa toglie l’embargo - ha detto - si potrebbero fornire al paese nordafricano motovedette, elicotteri, fuoristradab e mezzi per contrastare i tentativi di immigrazione clandestina». Dal vertice francese dei ministri dell’Interno è emerso che nel prossimo futuro gli extracomunitari potranno entrare in Europa solo se muniti di un visto «biometrico», dove siano state cioè memorizzate su un chip le impronte digitali, i tratti facciali e altri dati importanti per l'identificazione di una persona. «Tutti e cinque i Paesi - sono le parole del ministro francese Nicolas Sarkozy, che ieri ha fatto gli onori di casa - vogliamo che la biometria entri nei visti Schengen». Sarkozy ha spiegato che si è optato per la memorizzazione dei dati biometrici su chip in quanto si tratta della tecnologia più affidabile, che in futuro sarà in grado di immagazzinare anche i dati sull'iride dell'occhio rendendo così l'identificazione di una persona ancora più rapida e sicura. Per il ministro tedesco Otto Schily l'accordo a livello di G5 (composto dai cinque paesi più popolosi dell'Unione euroepa) dovrebbe spianare la strada all'adozione di un unico sistema biometrico a livello internazionale: gli sembra importante evitare una babele che sarebbe deleteria per il controllo dei flussi migratori e per la lotta antiterroristica. A La Baule i ministri di Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna hanno anche preso accordi per organizzare assieme «voli di ritorno» con cui procedere all'espulsione degli immigrati illegali. Si tratta, secondo Sarkozy, di una volontà comune ai governi dei grandi paesi d'Europa, indipendentemente dall'orientamento politico. I cinque ministri degli Interni si sono impegnati ad una collaborazione ancora più intensa e concreta sul versante dell'antiterrorismo e si sono dati appuntamento per il febbraio 2004 in Germania, dove al centro dell'agenda ci sarà la riforma di Europol, la polizia europea, in modo da renderla più operativa e più efficace.
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