ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:        Pag.     )
Domenica 21 settembre 2003

 

POLEMICHE E INTERROGATORI

Telekom, scontro sulla tutela di Marini

Il Viminale: noi non lo proteggiamo. E Mares: i soldi sono a Montecarlo


ROMA - Dopo l’articolo pubblicato ieri sull’Unità, che riprendendo una notizia dell’Espresso rivela che Igor Marini sarebbe inserito in un programma di protezione dello Stato, in quanto pentito, il Viminale ha precisato: «Attualmente non è attiva nei confronti di Igor Marini alcuna misura di tutela individuale dovuta a programmi di protezione». E ancora: il ministero dell'Interno «ha puntualmente informato il ministro della Giustizia, competente per materia, delle preoccupazioni sulla sicurezza di Igor Marini, manifestategli formalmente da Enzo Bianco, presidente del Comitato parlamentare di Controllo sui servizi di informazione e sicurezza».
E il ministero della Giustizia prontamente fa sapere che «ancor prima che Marini venisse estradato in Italia, il Ministro Castelli si è preoccupato di assicurargli la massima sicurezza possibile fin dal suo ingresso in carcere. Sotto questo profilo, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria sta ponendo in essere tutte le misure necessarie».
Dall’opposizione, il diessino Massimo Brutti definisce «curiosa» la precisazione del Viminale, perché «il sottosegretario Mantovano aveva già risposto in modo puntuale. Perché insistere aggiungendo che Marini ”attualmente” non usufruisce di un programma di protezione? Ne ha usufruito in passato? E perché? Si prevede qualcosa in avvenire?».
Intanto a Torino Thomas Mares, il mediatore d' affari italo-cinese arrestato nell'ambito di un'inchiesta su truffe internazionali che Igor Marini collega direttamente al caso Telekom Serbia, è stato interrogato per 4 ore. E in Procura sono giunti documenti da Montecarlo considerati ”importantissimi” per l'esito dell'indagine. Mares ha risposto alle domande del procuratore capo Marcello Maddalena e dell'aggiunto Bruno Tinti sulla somma di 120 milioni di dollari che secondo Marini è una parte della maxitangente ai politici italiani di centrosinistra, ma che secondo il mediatore d'affari si riferisce a una lecita operazione finanziaria chiamata ”trading” poi sfumata. «Quei 120 milioni - ha ribadito - sono virtuali, nel senso che nonostante i miei tentativi non è stato possibile movimentarli». Marini, aveva invece sostenuto che il denaro era stato trasferito a un conto ad Innsbruck della società di Mares, la ”Zara International”, e da lì smistato ai destinatari della tangente.


    

 

vedi i precedenti interventi