ROMA - Il vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini ha
annunciato che entro l’anno verrà presentato a Palazzo Chigi il disegno di
legge che «punirà anche chi consuma droghe leggere». «E’ falsa la
distinzione tra pesanti e leggere - ha detto Fini - Perciò è doveroso
vietare tutti gli stupefacenti». Quanto al possesso, già lo scorso aprile
il vice premier aveva parlato di «dose massima sostenibile» come
spartiacque tra sanzioni amministrative e penali.
Anche Alfredo
Mantovano, sottosegretario all’Interno, ha sostenuto tale tesi: «Gli
spinelli hanno effetti devastanti e per questo non si può loro attribuire
un sapore di trasgressione innocente e giovanile». Rivolgendosi ai
cantanti ha poi aggiunto: «Non esaltate messaggi che possono portare i
giovani sulla strada della droga. Troppi pericoli, lo spinello è cambiato:
ha un principio attivo pari al 15-20% e benché qualche cantante ne
propagandi l’uso nei concerti ha effetti progressivamente irreversibili
sulla psiche e sul fisico». Ha rivolto critiche ai cantanti anche Fini:
«Chi fa musica dovrebbe riflettere prima di dire che drogarsi è un
diritto, perché propaganda un comportamento dannoso per la salute. La
nostra linea è tolleranza zero».
Ma i radicali e la sinistra sono
insorti: «Non si può mettere sullo stesso piano lo spinello e la cocaina.
Non servono le manette, servono politiche di recupero del danno».
Divisioni anche all’interno della maggioranza.
«La cannabis non è una
droga leggera, è dannosa e crea dipendenza», è l’opinione del ministro
della Salute Girolamo Sirchia, che ha chiesto al Consiglio superiore della
sanità di esprimersi al riguardo. E gli esperti dell’Iss hanno dato il
loro verdetto, confermando quanto il ministro dice da tempo. Però, sugli
effetti della cannabis il mondo scientifico si divide. Ci sono scienziati
che smentiscono il concetto di dipendenza: «Un uso occasionale della
cannabis non produce alcun effetto».
D’accordo con il pugno duro il
ministro della Giustizia Roberto Castelli: In Europa c’è ipocrisia - dice
- non si capisce come si possa lottare contro il traffico di droga e
tollerare il consumo personale». Dal canto suo l’Onu, per bocca di Antonio
Maria Costa, direttore dell’Ufficio contro la droga e il crimine, ha
lanciato l’allarme sul consumo di nuove sostanze: «Il consumo di ecstasy è
salito del 70% negli ultimi cinque anni». Il rapporto dell’Onu dice anche
che il maggiore consumo è tra i ragazzi dai 18 ai 20 anni. Il consumo
dell’ecstasy è esploso come un’epidemia».