ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Giovedì 3 luglio 2003

ANTONIO DE FLORIO

Nell’isola nessuno sbarco in 10 giorni

Clandestini, Pisanu in Libia Nuovo centro a Lampedusa


LAMPEDUSA (Agrigento) - La nave della Marina ”A5383” beccheggia placidamente nel porto di Lampedusa: il suo compito è trasferire immediatamente a Porto Empedocle i clandestini in arrivo dal’Africa, ma da dieci giorni non c’è stato nemmeno uno sbarco.

La tregua libica regge, in attesa che il ministro Pisanu voli oggi a Tripoli per firmare l’accordo sui pattugliamenti congiunti. Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, sbarcato ieri a Lampedusa con lo stato maggiore del Viminale che cura l’immigrazione, prefetto Anna Maria D’Ascenzo in testa, è ottimista: «È un buon segno, un segnale positivo dell'importanza della collaborazione con la Libia».

I primi venti giorni di giugno per l’isola italiana più vicina all’Africa erano stati a dir poco travagliati: un’ottantina di sbarchi con 2.666 clandestini da smistare, quasi tutti partiti dalla Libia.

Il 22 giugno, l’ultimo sbarco. Ieri il centro d’accoglienza di Lampedusa era mezzo vuoto, un’ottantina di ospiti in tutto. Il portavoce è Alui Sadoc, 34 anni, tunisino, che si rivolge a Mantovano: «Siamo clandestini, non abbiamo rispettato la legge, ma fateci sapere presto dove dobbiamo andare. Eravamo venuti qui per migliorare la vita. Al centro ci trattano bene, ma noi vogliamo lavorare o tornare a casa...». La loro prospettiva è l’espulsione, non appena sarà accertata l’identità.

Ben venga l’accordo con la Libia per bloccare le carrette del mare, ma a Lampedusa ci si attrezza per un nuovo centro di accoglienza con 400 posti: all’interno dell’isola, vicino a una caserma dell’esercito. Sono già stati stanziati un milione e mezzo di euro: per settembre la struttura dovrebbe essere pronta. Il prefetto D’Ascenzo incalza il sindaco Bruno Siragusa: «Mi aveva promesso di sbancare la collina per lunedì, perché non l’ha fatto?». E il primo cittadino, mortificato come uno scolaretto, promette: «Domani, domani inizieranno i lavori...». In un angolo del porto ci sono una trentina di pescherecci affondati, utilizzati nei viaggi della speranza. Il Viminale assicura che rimuoverà i relitti, ma il nuovo centro di accoglienza deve essere realizzato in tempi strettissimi.


    

 

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