ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:  Cronache Italiane      Pag.   10  )
Sabato 6 settembre 2003

di ANTONIO DE FLORIO

CONFRONTO SULLA ”BOSSI-FINI

Immigrati, Maroni: in futuro niente

Il ministro del Welfare prevede solo formazione nei paesi d’origine. Turco: «È velleitario»


ROMA - A Fiuggi il governatore siciliano Cuffaro (Udc) chiede una revisione della Bossi-Fini per allargare gli ingressi degli immigrati attraverso i ricongiungimenti familiari, il ministro Maroni gli risponde che non se ne parla proprio e ipotizza per il futuro l’abolizione delle quote attraverso i contratti di formazione; il ministro Pisanu, da Cernobbio, promette che ci sarà una verifica sulla legge dell’immigrazione per valutarne luci e ombre.
Non si litiga sulla ”Bossi-Fini”, dentro e fuori dalla maggioranza di governo, ma la discussione è comunque vivace. Ad animarla ci ha pensato nella località termale ciociara, alla festa dell’Udc, Totò Cuffaro. «Oggi - dice il presidente della regione siciliana - i nostri vignaioli chiedono mano d'opera per fare la vendemmia e non la trovano perché, diciamolo con chiarezza, ci sono lavori rifiutati dai nostri connazionali. Per questo serve rivedere la legge Bossi-Fini e allargare il ricongiungimento familiare».
Il ministro Maroni, anche lui invitato al meeting di Fiuggi, replica immediatamente, ricordando che la legge già prevede il ricongiungimento familiare limitato al solo coniuge. E Cuffaro, che gioca in casa Udc, insiste: «Io ritengo che ciò non basta, penso che debbano venire nel nostro Paese anche i fratelli, i figli e altri parenti dell'immigrato».
Il governatore scontenta la Lega, ma si guadagna un ”bravo” da Livia Turco, ex ministro degli Affari sociali della Quercia: «Sulla necessità di allargare i ricongiungimenti familiari Cuffaro ha ragione: ha posto un problema rilevante con grande realismo». Maroni, al convegno, non si scompone e rilancia con la legge ”Biagi” che consente a imprese ed associazioni sindacali «di fare formazione, selezione e di avviare al lavoro nei Paesi di origine. Ed è proprio questo il canale da potenziare, anche con accordi bilaterali. Se così sarà, si potrà fare a meno delle quote perché la selezione sarà già stata effettuata». Ma la Turco chiosa: «Pensare che tutti gli immigrati che entrano in Italia vengano formati nei loro paesi d'origine, superando così il sistema delle quote, mi sembra francamente velleitario».
Il leader della Lega Bossi vuole la verifica sulla legge che porta anche il suo nome e il ministro dell’Interno Pisanu a Cernobbio lo accontenta: «Mi pare una richiesta ragionevole». E aggiunge: «Per ogni immigrato clandestino che mette piede nel nostro paese ce ne sono quattro che vengono rimandati a casa con accordi di rimpatrio e non con metodi di deportazione».
E le procedure di sanatoria? Pisanu risponde assieme al sottosegretario Mantovano: «Sono già al 70-80 per cento e per la fine dell'anno avremo regolarizzato la posizione di 705 mila lavoratori immigrati. Quella che abbiamo varato è un’operazione gigantesca che non ha precedenti in Europa. È il segno che la politica del Governo sta procedendo piuttosto bene, e aggiungo che ci sono accordi stabili con alcuni paesi e ci stanno consentendo di ridurre l'immigrazione clandestina».


    

 

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