ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Messaggero
(Sezione:  Interni   Pag.   14)
Domenica 9 giugno 2002

di ANTONIO DE FLORIO

In vista della costa leccese i traghettatori si sono ”sbarazzati” del carico umano e sono fuggiti. Trentanove i sopravvissuti

Gettati in mare, muoiono in quattro
Tragico sbarco di curdi nel Salento: gli scafisti li hanno costretti a tuffarsi



ROMA - Costretti a buttarsi in acqua con il mare agitato. In questo modo hanno perso la vita quattro curdi, che con altri 39 clandestini avevano tentato di sbarcare ieri in Puglia, a poche miglia da Castro Marina, sulla costiera salentina. Sono morti perché non sapevano nuotare. Agli scafisti che dall'Albania li dovevano portare il Puglia a bordo di un gommone avevano spiegato che erano fuggiti dalle montagne del Kurdistan. Tutti e quattro avevano detto nella loro lingua, e lo avevano ripetuto a gesti, che il mare non lo conoscevano affatto. Nessuno li ha ascoltati: ieri, a poche decine di metri della costa di Castro Marina, nel leccese, i traghettatori li hanno scaraventati in mare assieme agli altri 39 uomini che viaggiavano sul natante: due di loro, quelli che opponevano resistenza, sono stati accoltellati e buttati in acqua.

Secondo una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, a un paio di miglia della costa i traghettatori hanno costretto gli extracomunitari a buttarsi in acqua. Le condizioni del mare erano pessime: alcuni hanno tentato di resistere all'intimazione degli scafisti, ma sono stati minacciati con un coltello e due di loro anche feriti.
Quasi tutti gli extracomunitari sono riusciti a raggiungere la costa, dalla quale erano poco lontani; quattro sono morti, sopraffatti dalle onde. I traghettatori subito dopo hanno invertito la rotta e sono riusciti a dileguarsi. Le due persone ferite sono state ricoverate nell'ospedale di Poggiardo: sono state medicate e giudicate guaribili in otto-dieci giorni. Intanto il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, intervenendo al convegno dei giovani imprenditori a Santa Margherita Ligure, ha spiegato che negli ultimi 12 mesi le espulsioni di clandestini dal nostro Paese sono aumentate del 32 per cento. In aumento anche gli stranieri sistemati nei centri di accoglienza(+ 27,39%).

Dal 15 giugno 2001 al 31 maggio 2002 le intimazioni a lasciare l’Italia, invece, sono diminuite quasi del 12%. Sono aumentati, secondo i dati raccolti dal Viminale, gli arresti di autisti che trasportavano clandestini (+ 58%), i mezzi sequestrati (+47%) e i rimpatri collettivi con voli charter (da 4 a 24 voli). L’aumento degli sbarchi è stato del 4,76%. Sul disegno di legge "Bossi-Fini" che martedì arriva al Senato continuano le polemiche. L’europarlamentare leghista Mario Borghezio, che dieci anni fa propose per primo le impronte digitali per i clandestini, sostiene che si è perduto troppo tempo per giungere a questa misura. L’ex ministro Liva Turco (Ds), coautrice della normativa in vigore, afferma invece che la "Bossi-Fini" «è una legge che come è stato detto dagli imprenditori rende molto difficile l'ingresso regolare per lavoro e aumenterà l’area della clandestinità».

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