ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su Il Messaggero (Sezione: Interni Pag. ) |
Sabato 29 giugno 2002 |
CORRADO GIUSTINIAINI IL PIANETA IMMIGRAZIONE «Colf, sanatoria senza limiti di tempo»
TRANI - Si sono dati appuntamento in un castello, per lanciare il loro attacco a una fortezza. Il castello è quello svevo, nella bianca pietra di Trani. L’altro edificio è invece metaforico: la Fortezza Europa, che chiuderebbe le sue porte agli immigrati dei paesi terzi. Non ci stanno, gli avvocati della Federazione degli ordini forensi d’Europa (Fbe) giunti a Trani. «E’ puro cinismo negare a tutta questa gente l’ingresso legale - ha detto il loro presidente uscente, lo spagnolo Luis Miguel Romero Villafranca - Ciò vuol dire condannarli all’emarginazione. Il diritto, la solidarietà, la difesa dei più deboli debbono trionfare». Il clima era rovente in tutti i sensi quando, nel primo pomeriggio, si è presentato al castello svevo il sottosegretario all’interno Alfredo Mantovano, unico esponente di governo ad accettare la sfida in campo avverso, (avevano dato forfait il titolare della Giustizia Roberto Castelli, quello del Lavoro Roberto Maroni e persino Raffaele Fitto, presidente della Regione Puglia). Mantovano, intanto, ha dato alcune informazioni ai giornalisti sulla "Fini-Bossi", che dovrebbe avere via libera definitivamente dal Senato la prossima settimana. Le colf potranno essere regolarizzate indipendentemente dalla data di ingresso in Italia: è saltato il vincolo che ne prevedeva l’arrivo entro il primo gennaio 2001 e l’avvio del rapporto di lavoro entro l’ottobre scorso. In teoria, quindi, potrebbero essere messe in regola anche collaboratrici familiari che siano appena giunte sul suolo italiano, e che instaurino un rapporto di lavoro entro la data in cui la legge sarà in vigore. Contemporaneamente al varo della Fini-Bossi, ha spiegato Mantovano, il governo approverà un decreto legge per mettere in regola tutti gli altri lavoratori dipendenti che lavorino non in famiglia ma ma alle dipendenze di aziende. Non è chiaro, invece, cosa il governo intenda fare con gli irregolari che facciano lavoro autonomo. Poi il sottosegretario è salito sul palco e ha ricostruito la vicenda delle impronte digitali («Voglio essere io il primo a farmele prendere» aveva esclamato l’avvocato Maurizio de Tilla, presidente della Cassa nazionale di previdenza forense). «L’idea non è venuta al Polo, ma all’Ulivo - ha detto a sorpresa Mantovano - Più precisamente al senatore della Margherita Renato Cambursano. Ma il suo emendamento non passò per mancanza di copertura. Alla Camera noi trovammo la copertura ma nel frattempo sulle impronte digitali l’Ulivo aveva cambiato idea». Queste, ha assicurato il sottosegretario, verranno estese a tutti gli italiani. «Il governo ha accolto un ordine del giorno in tale senso presentato da An, Udc e Margherita e l’occasione è il completamento della carta d’identità elettronica, da attuare entro la fine della legislatura». I tre pilastri della nuova legge, e cioè gli accordi di cooperazione internazionale, il collegamento fra permesso di soggiorno e contratto di lavoro e l’effettività delle espulsioni, sono per Mantovano «pienamente in linea con la risoluzione che l’Unione europea sta per approvare». Potrebbe essere accolta la proposta di un osservatorio giuridico-legislativo sull’immigrazione, avanzata da Domenico Insanguine, presidente dell’Ordine di Trani. Maggiori difficoltà, invece, per una vera e propria Authority, chiesta dall’avvocato de Tilla. «La proposta va precista meglio» ha osservato Antonio Azzollini, presidente della Commissione Bilancio del Senato. |
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