ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO (Sezione: Pag. ) |
Lunedì 11 novembre 2002 |
dal nostro inviato MASSIMO MARTINELLI
E mercoledì nuova emergenza a Lecce
FIRENZE - Il Movimento saluta e sale sul treno; l'appuntamento diventa Parigi 2003, per il prossimo Forum Sociale Europeo. Ma il Viminale ragiona sulle scadenze brevi: Lecce, novembre 2002, dopodomani. C'è il vertice internazionale dei ministri dei Paesi dell'area balcanica e paesi limitrofi; si parlerà di immigrazione clandestina, di sicurezza, di prevenzione. E il Social Forum sta organizzando una contromanifestazione, della quale però a Firenze non si è mai parlato. E' Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno con delega all'immigrazione, a ricordarlo: «Ma credo che il senso di responsabilità che ha animato tutti coloro che erano a Firenze, gli organizzatori, le istituzioni e le forze di polizia, non possa non riproporsi anche a Lecce, fermo restando che il diritto a manifestare è un diritto costituzionalmente fondato, purchè ciò avvenga pacificamente come è accaduto a Firenze». Intanto l'attenzione del ministro Pisanu è ancora tutta per l'evento di sabato. Dopo aver incassato una telefonata di congratulazioni anche dal presidente Ciampi, ieri il titolare del Viminale ha ripartito i meriti in parti uguali. Ritagliando una fetta anche per Governo e Parlamento: «I rischi c'erano ed erano grossi. Il grande merito delle forze dell'ordine è stato di averli scongiurati con la collaborazione attiva del Parlamento che ha sostenuto la Polizia con il consenso e la fiducia dei manifestanti, che si sono preoccupati di garantire il pacifico svolgimento della manifestazione per la parte che loro competeva». E ancora: «Insieme al presidente Berlusconi, abbiamo condiviso ansie e preoccupazioni. Noi avevamo individuato bene i rischi e siamo riusciti a scongiurarli in parte con una attività di prevenzione ed in parte con una attività di controllo alle frontiere e poi a Firenze». In città arriva l'eco di questa valanga di complimenti. E i veri artefici dell'incantesimo che per un giorno ha trasformato Firenze in un carnevale di festa e colori, si ritrovano davanti a un bicchiere di prosecco, davanti al bancone del bar della Questura. Da una parte il padrone di casa, Giuseppe De Donno, il suo capo di Gabinetto, Gianfranco Bernabei (che ha già coniato lo slogan No Global-No Problem) e la sua vice Marilù Di Lorenzo, tanto bella quanto professionale, che ieri ha centellinato il primo sorriso dopo settimane di tensione. Dall'altra parte alcuni leader del Movimento: Stefano Kovach di Lilliput, Piero Bernocchi dei Cobas, Alessandro Micozzi della Fiom, Roberto Giudici della Cgil. Si sono incontrati quasi di nascosto. Ma si sono scambiati sguardi e parole di stima sincera, perché ognuno di loro era convinto di avere davanti delle persone di spessore. De Donno l'aveva anche detto, in mattinata, raccontando la sua soddisfazione «per aver contribuito a dare di Firenze una immagine di alta democrazia davanti al mondo intero»: «Tutto è stato possibile perché ho avuto personaggi di grande valore come interlocutori del Social Forum», ha detto il questore. Chi, Agnoletto? «Con Agnoletto non ho mai parlato. Casomai Bernocchi, Giudici, Micozzi». Gli stessi che, in serata, hanno fatto visita al prefetto Achille Serra, l'uomo che, per una volta, è riuscito a conciliare gli interessi dello Stato con quelli di chi manifesta anche contro lo Stato. Intanto in Questura De Donno pensa a come premiare i suoi: niente soldi, ma note di merito per tutti.
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