ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:    Pag.     )
Lunedì 23 Giugno 2003

N.B.M.

L’INTERVISTA

Urso: verifica seria o rischio crisi
«Dopo il semestre Ue potrebbe saltare tutto. La Lega non rappresenta il Nord»


ROMA La Lega? «Non rappresenta il Nord produttivo, ma quello marginale». La verifica?
«Va fatta assolutamente, se no c’è il rischio di crisi dopo il semestre Ue». Adolfo Urso, vice ministro delle Attività produttive e super colonnello di An, mette i piedi nel piatto dei contrasti che agitano il centrodestra, richiama all’ordine la Lega e ripropone con forza il consiglio di gabinetto «ma non per esautorare Tremonti».

Onorevole Urso, Bossi minaccia la crisi. Ci crede?
«Il vero discorso da fare è un altro: chi rappresenta la Lega? Non certo il Nord produttivo, ma il Nord marginale. La Lega non interpreta il Nord».

Se la Lega non interpreta il Nord, allora è un partito virtuale di cui si può fare a meno?
«Io dico questo: il Nord che lavora e produce sul serio degli immigrati ha bisogno, si calcola ne occorrano 200 mila, altro che. Il Nord che produce la riforma delle pensioni la vuole sul serio. La Lega invece solleva paure ataviche che non corrispondono alla realtà. Un esempio? Dall’anno scorso gli sbarchi clandestini sono diminuiti di un terzo passando da 50 mila a 33 mila con un incremento del numero di espulsioni».

Diceva delle pensioni.
«Anche qui, la Lega è arroccata su posizioni conservatrici. Il problema del Nord non è l’immigrazione clandestina ma la denatalità, il declino demografico. Una politica che pensi sul serio al Nord dovrebbe come prima cosa invertire il trend demografico, e se per farlo devi allungare la vita lavorativa, facciamolo, anche così si renderà meno necessario l’arrivo di immigrati. La Lega in sostanza non dà soluzioni ai problemi reali, evoca solo paure».

Ma questo rischio di crisi c’è o sono soltanto esagerazioni verbali di Bossi?
«E’ necessaria una verifica seria, profonda, reale in cui devono entrare anche i temi della giustizia e della sicurezza. Ma non per schierare qualche nave in più, quanto per avere risorse per il poliziotto di quartiere o per non far mancare la benzina alle volanti».

E se questa verifica si attorciglia, si ingarbuglia, si complica?
«Beh, se si dovesse eludere la verifica, se si dovesse risolvere in una cena conviviale, allora credo un meccanismo carsico porterebbe al rischio di crisi dopo il semestre Ue. Auspico che tutti i partner abbiano lo stesso stile e la stessa responsabilità di An. Non può essere concesso ad alcuno diritto di arbitrio, ancorché figliol prodigo. An ha il vice premier e il ruolo che ha perché, vorrei ricordare, alle elezioni ha preso tre volte i voti della Lega».

E Tremonti?
«Non ci interessa il commissariamento del ministro, sarebbe un grave errore, specie adesso che Tremonti deve affrontare impegni seri in Europa. Ci interessa piuttosto che sia rafforzato il ruolo di palazzo Chigi con una cabina di regia in grado di dare maggiore collegialità alle decisioni di politica economica. Senza lasciarci sfuggire la disponibilità di Confindustria e sindacati a trattare su temi cruciali, con la lodevole novità adesso della Cgil».

Chi dovrebbe far parte della cabina di regia?
«I quattro capi delegazione dei partiti di governo, con un ovvio riconoscimento del ruolo chiave del premier e anche del vice premier».

Un commissario straordinario per l’immigrazione?
«Se la Lega pensa a una persona esperta e responsabile, il nome c’è: Alfredo Mantovano».


    

 

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