ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione: PRIMO PIANO    Pag.   )
Venerdì 30 Agosto 2002

A.D.F.



 

Il Viminale: «Truffe impossibili col cedolino»



 

ROMA - L’incetta di moduli e bollettini per regolarizzare colf e badanti, 470.000 in due giorni, ha fatto sorgere più di un sospetto al Viminale. Non solo si teme che si stia facendo confusione, ritenendo erroneamente che i moduli per le colf siano buoni anche per regolarizzare gli operai, ma anche che qualcuno voglia utilizzare i kit come una sorta di permesso di soggiorno temporaneo. La procedura prevede infatti che a partire dal 10 settembre e fino all’11 novembre potranno essere spedite le domande di regolarizzazione in un’apposita busta bianca chiusa. All’interno il bollettino di 290 euro per 3 mesi di contributi forfetizzati e il modulo con cui il datore di lavoro si impegna a firmare il contratto, a dare l’alloggio e il biglietto dell’eventuale viaggio di ritorno dell’immigrato. Lo straniero che non ha trovato un datore di lavoro disposto ad assumerlo potrebbe spedire lo stesso la busta, tanto è chiusa, e in cambio otterrebbe un cedolino grazie al quale non può essere espulso finchè non sarà evasa tutta la pratica (per lo meno altri tre mesi).

Ma al ministero dell’Interno assicurano che l’inghippo sarebbe subito scoperto. «Le procedure per la regolarizzazione dei lavoratori immigrati - dice il sottosegretario Mantovano - non permettono truffe. Se il lavoratore presentasse un modulo contenente false indicazioni sul datore di lavoro verrebbe prontamente identificato in virtù del codice a barre che compare sia sulla ricevuta dell'assicurata postale sia sulla busta che contiene la dichiarazione di emersione. Sarebbe inoltre sottoposto a un procedimento penale e verrebbe inevitabilmente espulso con riaccompagnamento nel Paese di origine».

Al ministero del Welfare aggiungono che spetta soltanto al datore di lavoro e non al lavoratore presentare la domanda di legalizzazione. Ciò anche al fine di evitare aspettative di regolarizzazione. Solo al momento della convocazione da parte della Prefettura per la stipula del contratto e per il rilascio del permesso di soggiorno, il datore di lavoro sarà accompagnato dal lavoratore extracomunitario. Si ricorda con una nota che specifiche sanzioni di legge sono previste sia nei confronti di chi presenta una falsa dichiarazione di emersione, al fine di eludere le disposizioni in materia di immigrazione, sia in caso di dichiarazioni mendaci o non veritiere, nonchè in caso di formazione o uso di atti falsi.

I termini per la presentazione delle dichiarazioni di legalizzazione del lavoro domestico e di assistenza sono di due mesi: decorrono dal 10 settembre e scadono l’11 novembre. Entro questa data il datore di lavoro invierà a sue spese (40 euro) con raccomandata il modulo alla prefettura-ufficio territoriale del Governo.


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