ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Venerdì 5 Novembre 2004

 
di ANNA MARIA SERSALE

Come cambiare la legge? Un ddl dell’Udeur si aggiunge a quelli della maggioranza. L’opposizione: norma tutta da rifare

 

 Fecondazione, è lite sulle modifiche

Cdl divisa, An contro FI. La Cassazione: accorpare 2 quesiti del referendum


 

ROMA - Le proposte di Forza Italia sono due. Una alla Camera e una al Senato. Entrambe hanno come firmatari due medici: alla Camera Giuseppe Palumbo, presidente della Commissione affari sociali; in Senato Antonio Tomassini, presidente della Commissione sanità, il quale ha presentato il ddl insieme alla collega di partito, Laura Bianconi. Alle due proposte di modifica della legge sulla fecondazione assistita se ne è aggiunta una terza, dell’Udeur, partito di opposizione, prima firmataria la senatrice Ida Dentamaro, membro della Commissione affari costituzionali. Una quarta proposta potrebbe essere depositata, quella di Giuliano Amato. Ma sui ddl in campo è già polemica. An non è d’accordo con la linea di Forza Italia. Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ha criticato la modifica del gruppo di deputati forzisti guidati da Giuseppe Palumbo. Mantovano invita a «cogliere i pericoli di un totalitarismo scientista strisciante» e attacca l'articolo 2 della proposta che consente le tecniche non solo alle coppie con problemi riproduttivi, ma anche a quelle con malattie genetiche o infettive trasmissibili. «L’ammissione - sostiene Mantovano - dei portatori di malattie genetiche o di malattie sessualmente trasmesse sgancia la fecondazione in vitro dal problema della sterilità, per la cui soluzione è stata immaginata. E consolida la convinzione che la procreazione assistita è non soltanto l'ultima spiaggia per chi non può avere figli, ma un nuovo modo di concepire in determinate condizioni». Nel mirino anche l'articolo 6, sulla diagnosi preimpianto: «La fecondazione non sarebbe più un “modo per avere figli”, ma un “modo per avere figli sani”». Con il rischio di aprire la strada all’eugenetica.

Intanto, è iniziata la corsa contro il tempo. La Commissione di Palazzo Madama ha programmato una serie di audizioni a partire da lunedì prossimo. E mentre la maggioranza fa di tutto per evitare che gli italiani vadano alle urne per i 5 punti abrogativi, il Comitato che ha promosso la consultazione popolare va avanti spedito. Si riunirà oggi per valutare la proposta della Cassazione, la quale chiede di accorpare due quesiti (il terzo sull’abrogazione del divieto di creare in vitro più di tre embrioni e il quarto che abroga l’articolo 1 che stabilisce che i diritti delle persone e degli embrioni sono uguali). Il Comitato referendario, formato da parlamentari (tra cui il vice presidente della Camera Alfredo Biondi), medici e associazioni (tra cui quelle che si occupano dei malati di talassemia e fibrosi cistica, di fatto esclusi dalle pratiche di fecondazione), è contrario all’ipotesi di unificare i quesiti. «Entro il 15 dicembre - spiega Monica Soldano di “Madre provetta” - la Cassazione concluderà la verifica delle firme e dei documenti, poi, senza entrare nel merito, emetterà un’ordinanza per la formulazione dei quesiti. Successivamente si dovrà esprimere la Corte costituzionale sull’ammissibilità o meno dei quesiti. La risposta è attesa per metà febbraio».

La proposta dell’Udeur apre su una serie di punti controversi. «Ammettiamo - spiega la senatrice Ida Dentamaro - la diagnosi preimpianto, per coerenza con la 194 ed eliminiamo il limite dei tre embrioni, raccomandando però la determinazione di tecniche che assicurino la produzione del minor numero possibile. Per noi è anche possibile la sperimentazioni sulle staminali». Per i Ds, Rifondazione e Verdi «la legge è incostituzionale e andrebbe rifatta». Ma vediamo quali sono i temi controversi della legge 40, ai quali i nuovi ddl dovrebbero dare risposta: l’esclusione della diagnosi pre-impianto, l’impossibilità di rifiuto degli embrioni malformati; il divieto di procreazione assistita alle coppie portatrici di malattie genetiche, per le quali sarebbe necessaria la fecondazione in provetta; l’obbligo di non produrre più di tre embrioni, o comunque l’obbligo di impianto di tutti quelli prodotti.


    

 

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