di MARCO CONTI Oggi la Camera torna a votare sul provvedimento che disciplina gli irregolari. Il sottosegretario all’Interno: il governo interverrà con un disegno di legge
«Lavoro nero, l’importante è far presto»
Mantovano: la regolarizzazione entrerà in vigore con la legge sull’immigrazione
ROMA - Sottosegretario Mantovano che cosa dirà oggi il governo per tranquillizzare i centristi e convincerli a votare la legge sull’immigrazione?
«Sull’emendamento presentato da Tabacci c’è stato un impegno del governo preso in consiglio dei ministri e quindi non è essenziale un passaggio formale in Parlamento».
Ma non si era parlato di un ordine del giorno?
«L’ordine del giorno è sicuramente un atto impegnativo per il governo, ma se lo stesso governo si è già impegnato per suo conto non è essenziale».
E allora?
«Quale possa essere lo strumento lo valuterà il consiglio dei ministri dei prossimi giorni. Così come valuterà i paletti da mettere all’ipotesi di emersione. Se i parametri sono quelli già previsti per le collaboratrici famigliari non si può certo parlare di sanatoria, ma di regolarizzazione».
Si era parlato anche di inserire il provvedimento nel decreto che regola i flussi
«Non è possibile, e poi quel decreto entrerà in vigore dopo la legge sull’immigrazione».
Quindi non rimane che la strada del disegno di legge. Quali saranno i requisiti che intendete inserire per far emergere i lavoratori in nero già presenti in Italia?
«Intanto non basterà il riferimento temporale del momento in cui il clandestino entra in Italia, ma servirà un versamento forfettario di contributi per il periodo precedente e un regolare contratto di lavoro per il futuro».
I centristi dell’Udc sostengono che senza un provvedimento che permetta l’emersione dei lavoratori immigrati in nero la legge Bossi-Fini creerebbe problemi per gli stessi datori di lavoro. E’ vero?
«Non credo, nell’attuale legislazione anche adesso sono previste conseguenze per il clandestino seppur l’azione di polizia ha altre priorità. Inoltre non vedo alcuna discriminazione tra le colf e gli altri lavoratori. Nel caso di chi assiste anziani o bambini si è tenuto conto del rapporto personale che si è instaurato in tante famiglie. Un rapporto personale e diretto che non può mettersi sullo stesso piano di un rapporto che c’è dentro un’azienda».
E’ possibile assicurare la contemporaneità tra i due provvedimenti?
«Il lavoro del Parlamento lo consente. Un provvedimento di emersione per lavoratori extracomunitari in nero non ha la complessità di un provvedimento che regola l’immigrazione. La legge che voteremo alla Camera tra oggi e domani dovrà tornare al Senato e quindi c’è tutto il tempo per mettere in pista un nuovo disegno di legge. Ciò che più mi sta a cuore per la sicurezza, come ministero dell’Interno, è che se la regolarizzazione deve essere fatta questa avvenga il più rapidamente possibile. L’allungamento dei tempi non giova alla sicurezza e alla lotta alla clandestinità. Si rischia un effetto richiamo con tutto ciò che ne consegue. E’ un po’ come quando si avvicina la data di un condono o di un’amnistia».
Avete fatto una stima di quante sono le colf e i lavoratori immigrati irregolari che usufruiranno della sanatoria?
«Secondo dati dell’Inps le colf dovrebbero essere 70-80 mila. Per il lavoratori clandestini è difficile fare una valutazione su quanti potrebbero emergere».
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