ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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IL MESSAGGERO (Sezione: Primo Piano Pag. ) |
Martedì 10 Settembre 2002 |
di RENATO PEZZINI LE PRIORITA’ DELLA MAGGIORANZA Il governo riparte da immunità e carcere duro
MILANO - Il decreto Cirami? «E in ballo e deve ballare. Fino alla fine» dice il sottosegretario Vietti. Però fa anche intendere che sul tema "giustizia" comincia a serpeggiare un certo nervosismo nella maggioranza. E allora meglio sedersi intorno a un tavolo e parlarne. Cosa che il Polo ha fatto ieri mattina, a Milano. Alle 11 le auto blu arrivano in via Rovani, davanti a una villetta a due passi dal centro che è una delle tante residenze private di Berlusconi. Il Cavaliere non c’è -è in un’altra villa di sua proprietà, a Porto Rotondo- ma all’appello rispondono il ministro Castelli, i sottosegretari Vietti e Valentino, Gargani e La Russa emissari di Forza Italia e An, Erminia Mazzoni dell’Udc. E poi c’è Aldo Brancher, sottosegretario alle Riforme e, soprattutto, uomo vicinissimo al presidente del Consiglio. Parlano per un paio d’ore e alla fine fanno intendere che d’ora in poi in fatto di giustizia verranno affrontati solo grandi temi: riforma del processo civile, dei tribunali del lavoro, e -inaspettatamente- articolo 41 bis (quello che prevede il regime duro per i detenuti di mafia) e immunità parlamentare, che più d’uno all’interno del Polo vuole ripristinare. Quando se ne vanno i protagonisti dell’incontro non dicono un granchè. «Parlerà il ministro» ripetono in coro, ma Castelli se ne va laconicamente: «Sono soddisfatto». Stop. Il vertice di ieri ha un antefatto non da poco: le dichiarazioni di parecchi esponenti della maggioranza in qualche modo infastiditi dal proliferare di leggine e decreti fatti apposta per intervenire su specifici processi: Mantovano (di An) aveva addirittura chiesto una sospensione di questi provvedimenti "minori" per un paio d’anni: «Perché la Giustizia ha altre priorità». D’accordo con Mantovano, pur senza esplicitarlo, anche il ministro Castelli che da un anno vede scavalcati i suoi progetti di riforma dai vari decreti "tipo Cirami" e che per questo ha chiesto al Polo il chiarimento di ieri. «Bisogna trovare un coordinamento perché non accada più che un singolo parlamentare si alzi per proporre questo o quel decreto». Che è un modo meno esplicito per chiedere la stessa cosa che vuole Mantovano. E così eccoli tutti intorno al tavolo a stilare un elenco di cose importanti da fare nei prossimi tre mesi e mezzo. Alcune sono le proposte di legge che lo stesso Ministro ha messo in cantiere da tempo e che si sono un po’ impantanate nei meandri del Parlamento: codice civile, tribunali del lavoro e societari. Altre sono mezze sorprese: «E’ ora di aprire un dibattito sull’immunità parlamentare» dice Castelli ai suoi interlocutori. E tutti si mostrano d’accordo visto che nel Polo sono in tanti a rimpiangere i tempi (fino al ’93) quando un pm per mettere sotto inchiesta un deputato doveva chiedere l’autorizzazione. Che tipo di immunità si voglia ripristinare nessuno la dice: «Ma è chiaro» sono le parole ripetute sovente dal ministro «che vanno riequilibrati i rapporti fra politica e giustizia». Altro argomento inatteso è quello del 41 bis, articolo che regola il regime di detenzione rigida per i mafiosi. Stando al calendario stilato nella riunione, la questione dovrebbe essere affrontata prima della fine dell’anno. Come non si sa, anche se La Russa assicura che l’intenzione non è quella di abolire il 41 bis, nè di modificarlo drasticamente: «Se mai il problema è quello di farne una legge vera e propria, e non un semplice provvedimento a tempo, com’è ora». Si vedrà. E’ il decreto Cirami? Rimane una priorità, naturalmente. Ma rimane anche l’impressione che sia l’ultima concessione gratuita che gli alleati fanno al Cavaliere e ai suoi esperti di Giustizia. .
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