ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO (Sezione: e Pag.   ) |
Domenicaì 11 gennaio 2004 |
di CARLO MERCURI Il ministro dell’Interno non mette in discussione gli accordi con Tirana: «Gli arrivi dei clandestini in Puglia sono azzerati»
Pisanu: «Un episodio tragico, ma isolato» ROMA - Dopo aver espresso «pietà umana per le vittime» ed «esecrazione per gli organizzatori del viaggio» sul gommone albanese naufragato, il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, ha voluto sottolineare che il nuovo episodio di immigrazione clandestina dai Balcani «è un fatto sporadico che non può intaccare la collaborazione tra l’Italia e l’Albania, una collaborazione che negli ultimi due anni ci ha praticamente consentito di azzerare i traffici illegali nel Canale d’Otranto. Questa tragedia - ha aggiunto il ministro - è un’ulteriore conferma della decisione assunta dall’Onu con i protocolli di Palermo, secondo i quali l’immigrazione clandestina deve essere equiparata al traffico di esseri umani». Anche il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, giudica «improprio parlare di ripresa degli sbarchi dall’Albania. L’episodio di Valona - dice - è un fatto tragico ma è destinato a restare isolato». A conforto della sua tesi, il sottosegretario ricorda che «l’ultimo gommone che partì da Valona per le nostre coste fu nell’agosto del 2002». Poi snocciola le cifre, a memoria, per convincerci della fondatezza dell’argomento: «I clandestini intercettati in Puglia nel 2003 sono stati 137. Nel 2002 furono più di tremila e nel 2001 furono oltre ottomila. E poi - continua - dei 137 intercettati in Puglia l’anno scorso, molti erano curdi, giunti in barca a vela dalla Turchia, e non erano albanesi. Negli anni precedenti - dice ancora Mantovano - arrivavano dall’Albania moltissimi gommoni anche in una sola notte e addirittura lo stesso gommone faceva più viaggi nello stesso giorno. Ora lo sbarco dei clandestini in Puglia e Calabria è praticamente azzerato». Merito anche della polizia albanese, sostiene Mantovano, che collabora efficacemente con le Autorità italiane. «Si sono attivati subito, per i primi soccorsi», dice. Facciamo tuttavia notare al sottosegretario che stavolta, a differenza dei precedenti “viaggi della disperazione”, uno degli scafisti arrestati è il figlio nientedimeno che del comandante del nucleo antiterrorismo di Scutari. E allora, per tutta spiegazione, Mantovano ci racconta una parabola: «L’ultima volta che andai in Albania fu nell’ottobre del 2002. In quell’occasione fui ricevuto in forma solenne dall’allora viceministro dell’Interno. Mi accompagnò per tutta la visita e venne a salutarmi all’aeroporto. Appena atterrato a Roma, meno di un’ora dopo, venni a sapere che il viceministro era stato arrestato per un giro di documenti falsi. Con ciò voglio dire - continua - che non mi meraviglio che in quel Paese permanga ancora un residuo di corruzione. Di positivo tuttavia c’è che la percentuale di malversazioni in Albania è oggi di molto inferiore rispetto al passato. L’Albania ha fatto parecchi passi in avanti e d’altronde certe cose accadono anche in Italia. O no?». Insomma, il tragico naufragio di ieri non autorizza a ritenere che possa riaprirsi il fronte dell’immigrazione balcanica: questo è il pensiero del Viminale. «Il decremento dell’immigrazione clandestina nel nostro Paese è sensibile», continua citando ancora a memoria: «Abbiamo rintracciato poco più di 13 mila clandestini nel 2003 a fronte dei 18 mila del 2002. Segno che qualcosa comincia a funzionare meglio. O no?».
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