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Domenica 13 ottobre 2002 |
di MARCO CONTI Forza Italia, un partito diviso in mille feudi
ROMA - Ecco una panoramica della situazione di Forza Italia regione per regione. ABRUZZO - La prima cosa che ha fatto Giovanni dell’Elce appena rimessosi dal brutto incidente è stata la festa organizzata a Caramanico per dimostrare che in sella al partito c’è ancora lui e che gli azzurri abruzzesi si guidano da Roma. Il recente tour abruzzese di Fabrizio Cicchitto voleva avere lo stesso significato, ma il corpaccione democristiano, a suo tempo confluito in FI, non risponde come prima ai comandi e da qualche tempo pensa di fare da solo. Il senatore Pastore e il sindaco di Pescara Pace sono pronti a contendere a Dell’Elce il ruolo di coordinatore se la regola dell’incompatibilità dovesse valere anche per il sottosegretario all’Industria che ai tempi della formazione del governo sollecitava un posto nell’esecutivo perchè altrimenti «in Abruzzo nessuno capirebbe». CAMPANIA - Antonio Martusciello è fra i coordinatori che potrebbe cadere sotto la scure dell’incompatibilità. Il sottosegretario all’Ambiente avrebbe però la del fratello Fulvio pronto a subentrargli di diritto dopo aver svolto di fatto l’incarico. Ad affilare i coltelli ci sono anche i parlamentari Cesaro e Giuliano e il vicecoordinatore Maurizio Iapicca. Seppur in maniera defilata c’è anche il ministro Antonio Marzano che vuol dire la sua nella partita della successione a Martusciello insieme a Stefano Caldoro l’ex socialista amico di Di Donato, attuale sottosegretario ricerca scientifica. EMILIA ROMAGNA - E’ una delle poche regioni che ha visto cambiare il coordinatore dopo un insuccesso elettorale. Isabella Bertolini è subentrata a Giorgio Dragotto dopo le regionali del 2000. La conquista di Bologna resta il fiore all’occhiello di una regione che alle ultime regionali ha conquistato Parma e perso Piacenza. A contrapporsi alla gestione della Bertolini c’è l’onorevole Fabio Garagnani anche se ai congressi provinciali la coordinatrice, nonchè parlamentare e relatrice di maggioranza, ha fatto man bassa. Resta aperto il commissariamento di Bologna e i non facili rapporti con il sindaco Guazzaloca. FRIULI - La regione di Roberto Antonione traballa. L’anno prossimo il feudo del centrodestra potrebbe essere espugnato da Riccardo Illy. Il parlamentare della Margherita ha vinto la sua prima battaglia qualche domenica fa con il referendum che ha di fatto cancellato la legge elettorale regionale appena varata dalla maggioranza di Tondo. La sindrome della sconfitta sta attanagliando gli azzurri friulani con Michele Agrusti pronto a dar battaglia. Renato Brunetta, nelle vesti di commissario, prova a metter pace tra le diverse anime. Pordenone è commissariata. A Gorizia, città consegnata al centrosinistra per 26 voti, Ettore Romoli gestisce l’esistente sperando di poter passare la mano. LAZIO - E’ la regione-laboratorio per eccellenza. Antonio Tajani con l’imminente nomina a vicepresidente del Ppe, potrebbe lasciare l’incarico di coordinatore. Il problema è il successore. Tajani vorrebbe cedere il suo posto a Nino Di Virgilio, parlamentare e presidente dei medici cattolici. Scalpitano anche Antoniozzi e Saraceni, ma nella pattuglia degli assessori regionali Marco Verzaschi sembra avere le chance migliori. Forte del suo antico legame con Franco Frattini e della trovata sintonia con Dell’Utri, Verzaschi potrebbe alla fine spuntarla. LIGURIA - Claudio Scajola, dopo un periodo di riflessione seguito alle sue dimissioni, si è messo a girare in lungo e in largo la Liguria per consolidare la sua già forte influenza. Scajola pensa di ripetere le gesta di Taviani che, perso il ministero, ripartì anche lui dalla sua Savona per riconquistare Roma. Ricuciti anche i rapporti con il presidente della Regione Biasotti, Scajola regge la Liguria per bocca e mano di Enrico Nan senza particolari problemi riuscendo a gestire anche le esuberanze di Alfredo Biondi e del monsignore genovese Gianni Baget Bozzo. LOMBARDIA - Paolo Romani fa i salti mortali per tenere assieme una situazione sempre più sfilacciata e soggetta alle incursioni dei ciellini di Roberto Formigoni che "spadroneggiano" in tutta la regione grazie anche alla protezione dell’assessore Abelli. La prima riunione del partito dalla sua nascita si è tenuta a Milano nel luglio scorso, ma dopo la relazione di Romani è prevalsa la tesi de "il dibattito no". Tutti a casa, appuntamento tra qualche anno ancora, mentre sul territorio ogni coordinatore va per conto suo e ogni consigliere si muove da solo mentre i consensi calano in maniera verticale e si fa sempre più concreto il rischio che nel 2004 il centrodestra perda la Provincia dopo aver perso Monza che dal ’45 ad oggi era sempre stata amministrata dal centrodestra. Dalle politiche del 2001 alle amministrative della scorsa primavera il calo è stato di ben il 15%. Un tracollo che Berlusconi prova a fronteggiare moltiplicando gli incontri e le riunioni pacificatorie. In pole position per il dopo Romani resta sempre Maullo, ma Formigoni è convinto che per fare il salto verso Roma ha bisogno di fare piazza pulita nella sua regione. MARCHE - Maurizio Bertucci si divide tra il coordinamento regionale e il suo ruolo da vicecapogruppo alla Camera. Bertucci si vanta dei risultati ottenuti nelle elezioni, ma le tensioni nel partito sono forti. La federazione di Ancona è commissariata e la parola "congresso" è uscita fuori dal vocabolario degli azzurri marchigiani così come in molte altre regioni. La battaglia per Fermo-provincia è motivo di contesa e ad Ascoli il sindaco azzurro Piero Celani da più di un anno è alle prese con un "difficilissimo" rimpasto mentre il partito è terremotato con sfiduce incrociate e delegittimazioni. David Favia è, dopo Bertucci, l’uomo forte che cerca di contrastare l’ascesa di Remigio Ceroni. La concorrenza con An è fortissima anche perchè il viceministro all’Economia Mario Baldassarri fa sentire tutto il suo peso anche se ha di recente smentito una sua possibile candidatura alle regionali del 2005. PIEMONTE - E’ tregua armata tra Enzo Ghigo e Roberto Rosso dopo un cruento scontro di mesi costato al centrodestra il comune di Torino. Dopo una battaglia combattuta a suon di fax, Rosso è riuscito a conservare il suo posto malgrado il tentativo di Antonione di commissariare il partito. Osvaldo Napoli dovrà quindi aspettare ancora mentre la famiglia Costa, padre e figlio, continuano a gestire una fetta consistente di Forza Italia. PUGLIA - Guido Viceconte guida il partito in condominio con Raffaele Fitto. Il presidente della regione è il vero "gestore" della valanga di consensi che il partito azzurro raccoglie in Puglia anche se il suo vecchio movimento, la Cdl, si è sciolta in Forza Italia. L’assessore regionale alla Sanità Salvatore Mazzaracchio è l’uomo nuovo che potrebbe prendere le redini del partito se Viceconte dovesse essere costretto a lasciare. I veri problemi per FI potrebbero venire però dall’alleato più importante. An, con Alfredo Mantovano, ha infatti riorganizzato le fila che la morte di Tatarella aveva un po’ disorientato e ha lanciato la sua sfida a Fitto. La polemica sul patrocinio dato dalla regione al gay-pride con tanto di raccolta di firme, ne è un esempio. La battaglia è solo all’inizio. UMBRIA - Una delle regioni più rosse d’Italia è retta da Luciano Rossi il quale si ricorda più per essere grande tiratore di piattello e presidente di Federazione che per essere risucito a riportare Forza Italia ai fasti dei tempi di Ciaurro. La federazione di Terni è commissariata. A Perugia comanda la consigliere regionale Ada Urbani Spadoni moglie di un industriale alimentare impegnato ora in un paio di processi. La crisi di leadership è diventata particolarmente evidente dopo la decisione di Luisa Todini, ex parlamentare europeo, di tornare all’azienda di famiglia. Il senatore di Perugia Franco Asciutti presiede la commissione Cultura del Senato ed è forte per gli appoggi che ha in Curia, ma non sembra interessato molto alle vicende di partito quanto invece lo sono Francesco Renzetti e Enrico Melasecche due consiglieri regionali ternani che se la battono con la collega perugina Fiammetta Modena. Dopo aver perso Terni, FI ha perso alle ultime amministrative anche Todi. VENETO - Michela Sironi ha dato qualche mese fa un duro colpo al prestigio del presidente della regione Giancarlo Galan e del coordinatore Giorgio Carollo togliendo al centrodestra il comune di Verona ora guidato da Zanotto. La sconfitta ha fatto esplodere le polemiche interne ed è facile leggere su "L’Arena" i mea culpa di dirigenti e militanti azzurri per le scelte fatte sinora. L’ex democristiano Massimo Ferro è partito all’attacco del gruppo dirigente e si sta organizzando in proprio. Nel frattempo la Sironi sta scavando sotto il partito azzurro e le Europee del 2004 potrebbe risultare fatali a Galan. SARDEGNA - Gabriella Pinto sarebbe la coordinatrice regionale se non fosse che Romano Comincioli è tornato al suo primo amore e, nei fatti, è il senatore a menare le danze nell’isola facendo da balia alla traballante giunta di Mauro Pili che è attaccata anche dal presidente Cossiga. In ballo la presidenza del porto di Cagliari. Un po’ sott’acqua sta il sottosegretario alla Difesa Salvatore Cicu al quale si rimprovera, per ora, la sua particolare fedeltà a Claudio Scajola.
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