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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO (Sezione: Pag. ) |
Martedì 14 Dicembre 2004 |
di CLAUDIA TERRACINA Ancora braccio di ferro nella Cdl Berlusconi: si sono montati la testa
Governatori, ultimatum del premier
ROMA I governatori della Puglia e della Lombardia e della Liguria, Raffaele Fitto, Roberto Formigoni e Sandro Biasotti continuano a lavorare alle liste per le regionali del 2005 con il proprio nome. E la loro determinazione non fa che aumentare la preoccupazione di Berlusconi che con i suoi si mostra molto indispettito. «Questi presidenti non portano nessun valore aggiunto alla coalizione, si sono montati la testa», confida senza nascondere l’irritazione per gli episodi di personalismo che, a suo giudizio, potrebbero sconfinare pericolosamente in un leaderismo di cui, ragiona il premier, «non si sente certo il bisogno nella nostra coalizione». Per questo, non ha nessuna intenzione di revocare la ”scomunica” lanciata ai governatori, unita alla minaccia di trovare altri candidati se non dovessero recedere dai loro propositi. Ma i presidenti vanno comunque avanti. Il giovane governatore pugliese ha anche cercato Berlusconi al telefono, ma non è riuscito a parlargli. Se avesse potuto, gli avrebbe spiegato che, al punto in cui è la sua lista, già annunciata in una convention, è praticamente impossibile fermarsi. E che la situazione al Sud è diversa di quella del Nord, visto che in Puglia l’Ulivo ha vinto nelle cinque province dove si è votato. «Qui si lavora per non perdere. Di qui la necessità di una lista del presidente che potrebbe aggregare i transfughi del centrosinistra», si è sfogato con i suoi. Il ragionamento convince abbastanza il coordinatore pugliese di An, Alfredo Mantovano, secondo il quale «si potrebbero anche fare le liste del presidente, purchè siano concordate e verificate prima della presentazione con i partiti della maggioranza. E’ però da evitare - avverte- che le liste possano rappresentare una sorta di riunione degli scontenti e dei delusi dei partiti della Cdl. E il presidente Fitto ci ha dato ampie assicurazioni al riguardo». Anche Formigoni, in attesa di un colloquio con il premier, va dritto per la sua strada, anche perchè punta ad attirare coloro che non votano e ha sperimentare una sorta di PPe su base regionale. Ieri ne ha parlato al collega Francesco Storace, che, generosamente e con la solita ironia si è offerto di «ospitarlo» nella sua lista. Il governatore del Lazio, che ha sentito anche Fitto, è sicuro, comunque, che l’anatema del premier non lo riguardi. «Berlusconi - spiega - sa che già ci sono i manifesti della Lista Storace con sette simboli, tra cui quello di Forza Italia. E’ un po’ tardi per le reprimenda. E poi, io non sono iscritto a Forza Italia. Detto questo, vorrei far capire che il problema è candidare persone che non vogliono farlo con i partiti tradizionali». E Storace, in un’intervista alla 7, ammette che «la candidatura di Alessandra Mussolini può essere un problema. Ma per governare- sottolinea - ci vuole il 51 per cento. Il suo eventuale 3,5% diventa importante se si punta a far perdere. Non so se la politica può permettersi questo tipo di esperimenti sulla pelle dei cittadini, perchè parliamo della Regione, non di un seggio elettorale. Perciò mi aspetto da parte loro una proposta di governo». Al che, l’ex parlamentare di An replica: «Lo vedo troppo nervoso perchè Berlusconi gli ha ”schiattato” la lista. Ma dovrebbe apprezzare il sistema democratico che fa sì che altri si candidino oltre a lui».
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