ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO Martedì 14 maggio 2002

di ANTONIO DE FLORIO


LA DISCUSSIONE IN AULA

Mantovano: «Questo metodo varrà per tutti»
All’inizio di giugno il voto su tutta la Bossi-Fini. L’opposizione darà battaglia: oltre mille gli emendamenti


ROMA - Gli emendamenti sono più di mille e due giorni (giovedì e venerdì) per discuterli non saranno sicuramente sifficienti. Con queste premesse il disegno di legge "Bossi-Fini" sull’immigrazione è approdato ieri nell’aula di Montecitorio. La Lega avrebbe voluto che il testo della Camera fosse votato prima delle elezioni amministative di fine mese, ma questo traguardo è ormai sfumato.

I 32 articoli della "Bossi-Fini", cinque in più rispetto al testo approvato in Senato, saranno votati probabilmente i primi di giugno alla Camera per poi passare a Palazzo Madama e se i senatori non apporteranno ulteriori modifiche la legge definitiva dovrebbe vedere la luce con l’ingresso dell’estate. «Per fine giugno dovremmo farcela», spiega Isabella Bertolini (Fi), che ieri pomeriggio alla Camera è stata la relatrice del disegno di legge. La parlamentare di Forza Italia è anche l’autrice dell’emendamento che introduce l’obbligo delle impronte digitali per gli stranieri che chiedono il permesso di lavoro o il rinnovo. Ma ieri la Bertolini nella sua relazione ha accennato di sfuggita allo spinoso argomento, che ha già spaccato l’opposizione. E spiega: «L’emendamento sulle impronte l’ho presentato a parte. Martedì discuteremo in commissione di tutti gli emendamenti - sono circa 1.300 - e spero che il mio sia fatto proprio dall’organo parlamentare».

Di sicuro nelle decine di interventi che si sono susseguiti ieri in aula il "rilevamento delle impronte", ha tenuto banco. «Una misura che garantisce prima di tutti gli immigrati», secondo il leghista Luciano Dussin. Graziella Mascia di Rifondazione comunista, invece, è completamente contraria. «Se passasse questa norma - dice - tutti gli stranieri sarebbero considerati potenzialmente dei criminali». E il sottosegretario Mantovano a fine seduta chiarisce: «Le impronte digitali nei prossimi anni verranno prese non solo agli immigrati ma tendenzialmente a tutte le persone di cui non si ha la certezza dell'identità». Ma vediamo quali sono i punti principali della "Bossi-Fini". Entra in Italia, in base al disegno di legge, solo lo straniero che ha già in tasca un contratto di lavoro; la durata del permesso di soggiorno passa da tre a due anni. Commette un reato il clandestino che rientra in Italia nonostante sia stato espulso. E ancora: sparisce la figura dello sponsor mentre si dà il via libera alla sanatoria per colf e badanti irregolari.

Il permesso di soggiorno, insomma, sarà concesso solo allo straniero che avrà già un contratto di lavoro. Le ambasciate e i consolati italiani svolgeranno anche il ruolo di uffici di collocamento, cercando di soddisfare le richieste di imprese e famiglie. Entro il 30 novembre il presidente del Consiglio, sentita la conferenza unificata Stato-regioni, pubblicherà il decreto con le quote flussi, cioè il numero di extracomunitari che potranno entrare nel nostro paese. Il decreto però è facoltativo, e teoricamente per un anno si potrebbe decidere di non far entrare altri stranieri o di ricorrere a una nuova sanatoria. Sarà possibile sanare una colf a famiglia nonchè un numero illimitato di badanti, purché venga certificata la presenza di anziani o disabili che ne hanno bisogno. È previsto rispetto alla "Turco-Napolitano" anche un giro di vite per i ricongiungimenti familiari. Infine gli stranieri regolari che torneranno in patria non potranno riscattare i contributi Inps. Questo "blocco" dovrebbe portare allo Stato oltre 13 milioni di euro all'anno per coprire i costi della legge.

 

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