ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Giovedì 17 Aprile 2003 |
UGO CUBEDDU Il vicepremier a Vienna illustra i tre “pilastri" della proposta di legge di An: prevenire, recuperare, reprimere Fini: non ci sono droghe leggere
dal nostro inviato VIENNA - «Non so, non c’è un nome simile a quello attuale, cioè la modica quantità. Se volete si può dire che è la massima quantità tollerabile. Ma se volete chiamatela Antonio». Sdrammatizza con una battuta il vicepremier Gianfranco Fini, ma sa benissimo - e lo dice anche - che questo progetto di An sulla droga che verrà presentato al prossimo Consiglio dei Ministri solleverà un putiferio di polemiche. Qui, al palazzo dei congressi, si sta tenendo l’annuale Conferenza sulla droga dell’Onu e nessuno fa mistero del fatto che ci sono punti di vista molto divergenti su come viene affrontato questo problema sul piano internazionale. Anzi, è la stessa Onu ad ammettere il sostanziale fallimento di questo piano decennale che adesso è al primo giro di boa dei cinque anni. E se attorno si svolgono contemporaneamente convegni e riunioni di Paesi che sono sempre più decisi ad opporsi a questo piano, lo zoccolo duro mantiene fermamente la fedeltà ai tre principi ispiratori (Fini li chiama “i tre pilastri"): prevenire, recuperare, reprimere. Superfluo, quindi, precisare che il Governo italiano fa parte di questo zoccolo duro e che, se passerà la legge proposta di An, l’allineamento sarà ancora più forte. Anche perché il progetto, accennato un po’ a malincuore dallo stesso Fini e dal sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, cambierà molte cose. A cominciare dal concetto stesso di droghe leggere e droghe pesanti, le droghe sono tutte pesanti. Basta quindi valutazioni diverse per eroina, hashish o cannabis: ci saranno solo due tabelle di riferimento, le droghe naturali e le droghe sintetiche. Punto e basta. Lo spinello allora come l’eroina? «Certo», dice Fini, «è scientificamente dimostrato che i valori del principio attivo Thc, tetraidrocannabinolo, sono 20-30 volte superiori a quelli che si riscontravano 10 o 20 anni fa. Ecco perché il concetto di “canna" come droga leggera fa a pugni con la scienza». Quanto al criterio che sostituisce la famosa “modica quantità", le idee del Governo sono precise e Fini le sillaba con molta attenzione: «Basandosi su riscontri scientifici, la quantità massima tollerabile ad uso strettamente personale sarà, per ogni tipo di droga, quella che un tossicodipendente assuefatto può assumere. Da quel punto in poi scatteranno le sanzioni, amministrative prima e penali poi». Detto in altri termini: le due tabelli specificheranno per ogni droga queste quantità e chiunque venga trovato con quantitativi immediatamente superiori verrà automaticamente punito. Non solo. Per quanto riguarda le droghe sintetiche, quelle su cui maggiormente si sfoga la “fantasia" dei chimici, ci saranno aggiornamenti in tempo reale, in modo che polizia e magistratura sappiano sempre come agire di conseguenza. Se il quantitativo viene superato di poco ci saranno provvedimenti tipo la sospensione della patente, del passaporto, del porto d’armi o del permesso di soggiorno turistico. Dopodiché, mano a mano che la situazione si aggrava, si passerà al penale: da 6 a 20 anni, contro gli attuali 8-20. Fini non vuol dare però l’impressione di un “giro di vite" e quindi spiega che la pena a 6 anni potrebbe venire sospesa in caso di cura di disintossicazione. E, promette, tolleranza zero invece per lo spaccio: «Sono troppe le famiglie che ce lo chiedono», spiega. Insomma, ecco il primo assaggio di questa nuova legge. Che per il momento conta su una sola certezza: ci saranno discussioni, tante.
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