ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:  PRIMO PIANO    Pag.   )
Domenica 18 Agosto 2002

A.D.F.

SI’ ALLA LEGGE

 

Mantovano: «Il Governo pronto a ogni evenienza»



 

ROMA - Tre sbarchi di clandestini in Sicilia, uno in Puglia nelle ultime ventiquattro ore. Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ammette che c’è stato un incremento di arrivi nel 2002 «ma non è colpa del bieco governo Berlusconi». «Non si può ignorare - spiega - quello che è successo in Afghanistan e in Pakistan. C’è gente disperata che fugge da situazioni esplosive, noi stiamo facendo di tutto per fronteggiare la situazione».

Perché tanti arrivi in Sicilia?
«C’è stato un mutamento di rotte da parte dei trafficanti. In poco più di un anno gli sbarchi nel canale d’Otranto sono diminuiti del 60%, probabilmente anche per un maggiore dispiegamento di forze. E di conseguenza sono aumentati in Sicilia e Calabria. Non si arriva più attraverso l’Albania, ma percorrendo Marocco e Tunisia».

La trattativa con il governo albanese è stata più facile?
«Diciamo che con Tirana c’è stata una collaborazione molto stretta, ma ci stiamo muovendo anche su altri fronti».

L’opposizione vi accusa di aver realizzato un solo accordo bilaterale, con Malta, in materia di restituazione di clandestini, mentre il centrosinistra ne firmò 23. Siete in ritardo?
«Non è una questione di numeri o di peso, ma di qualità. Un accordo con la Moldavia, ad esempio, riguarda poche centinaia di persone, mentre un’intesa con l’Egitto può rivelarsi strategica. Con il governo del Cairo abbiamo stipulato una minuta d’accordo che gli egiziani hanno già reso operativa ed è un grosso passo avanti nella lotta ai trafficanti di clandestini. Più difficile è il discorso con la Libia e la Turchia, altri due Paesi decisivi nelle rotte degli extracomunitari».

Le quote di regolari da assegnare ai Paesi di origine sono un’ottima merce di scambio, ma con la "Bossi-Fini" sono diventate facoltative. Cosa intendete fare?
«Indubbiamente assegnare un certo numero di ingressi ai paesi che collaborano è un argomento convicente. Il governo non ha ancora deciso se per quest’anno saranno riaperte le quote. Bisognerà vedere cosa succederà con le regolarizzazioni: non si sa quante saranno nel settore del lavoro subordinato. Comunque a livello tecnico c’è stato un lavoro preparatorio per le quote. Siamo pronti a ogni evenienza».


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