di PAOLA OREFICE
Mantovano: la Commissione? Era meglio aspettare
ROMA - «Non è scandalosa l’istituzione della commissione su Tangentopoli. Si può però valutare l’opportunità di insistere su questa commissione se ci sono prospettive di dialogo». Il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, pensa piuttosto ad un confronto con l’opposizione sulla giustizia e sulle riforme che a tentativi che potrebbero criminalizzare l’operato dei magistrati. Anche se è convinto che con questa commissione «non si faranno le pulci al singolo magistrato». La tensione è alta.
Sottosegretario Mantovano, lei pensa al dialogo intanto i magistrati hanno protestato contro il governo, sventolando la Costituzione.
«Non perdiamoci in ulteriori polemiche. In questo momento tra politica e giustizia esistono due "partiti" che non coincidono con gli schieramenti politici o con i raggruppamenti associativi: il "partito " di chi tutto sommato lavora perchè non ci sia nessun passo in avanti nel dialogo e nel costruire qualche riforma significativa di cui c’è sicura necessità e il "partito" di chi invece si impegna nella direzione opposta. Occorre, come indicato dal Procuratore generale della Cassazione Favara, un piano di lavoro per tutti relativo, ad esempio, al funzionamento del processo penale e all’efficienza. I toni esasperati sono speculari dall’una e dall’altra parte. Sembra che sia una partita a tennis in cui la palla non si ferma mai e quindi non si può ragionare a bocce ferme».
Se per lei è essenziale un confronto...
«Mi sembra essenziale».
La commissione su Tangentopoli non potrebbe incrinare questo dialogo?
«A mio avviso la commissione su Tangentopoli non era la cosa più necessaria in questo momento. Peraltro il testo della legge istitutiva della commissione dovrà subire degli aggiustamenti in corso d’opera. Fatta questa premessa non mi sembra scandalosa una visione di insieme politica sul fenomeno della corruzione negli anni passati e anche sulle modalità che hanno caratterizzato la repressione di questo fenomeno».
Per lei la commissione non è un atto scandaloso anche se pensa che per avviare il dialogo potrebbe essere opportuno farla decadere.
«Non arrivo proprio a dire questo perchè non mi sogno di entrare su valutazioni che spettano al Parlamento. Come esponente di partito dico che forse non mi sembra la priorità».
Probabilmente Berlusconi potrebbe usare toni meno aggressivi nei confronti della magistratura?
«Io farei una distinzione tra le dichiarazioni fatte alla stampa e gli atti e le proposte di cui si interessano il Parlamento e il governo. Dico solo che nella primavera dello scorso anno tra il ministro Castelli e l’Anm era in corso un interessante confronto che stava portando a modellare l’ordinamento giudiziario, tutto è saltato in aria con lo sciopero. Uno sciopero che è stata una dimostrazione di oltranzismo e di estremismo all’interno della magistratura a cui è stato speculare l’atteggiamento di chi nella maggioranza non ha trovato di meglio che criticare il confronto intrapreso dal ministro. Torniamo ai due "partiti" trasversali».
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