ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO (Sezione: INTERNI Pag. ) |
Mercoledì 19 Marzo 2003 |
di ANTONIO DE FLORIO Giro di vite del governo/ Il sottosegretario all’Interno: prevenzione e repressione con più agenti sulle strade e filo diretto con le Questure «Niente più bambini accattoni»
ROMA - Sono più di ottomila e sono definiti i «ragazzi-ombra». Vengono gestiti da organizzazioni criminali straniere che organizzano periodicamente viaggi in Italia per costringerli a mendicare ai semafori, davanti alle chiese o ai supermercati. Recentemente la polizia ha intercettato un pullman con 50 ragazzi; proveniva dalla Romania. Il governo promette misure più pesanti contro l'accattonaggio dei bambini, contro chi sfrutta minori e adolescenti che chiedono l'elemosina. E ieri il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano rispondendo in aula alla Camera ad una interrogazione di Maria Burani Procaccini (FI) ha ricordato che sono già state impartite ai questori «specifiche direttive» per intensificare la prevenzione e la repressione del fenomeno. L’esecutivo ha anche in cantiere un'altra direttiva secondo cui i questori dovranno comunicare periodicamente al ministero dell'Interno «ogni dato utile» per conoscere in particolare le etnie coinvolte, i rapporti tra le vittime, le loro famiglie e gli sfruttatori, con l'obiettivo di «rendere più incisive le iniziative di prevenzione e di contrasto». I nuovi piani di controllo coordinato del territorio con una maggiore presenza fisica degli agenti, ha anticipato Mantovano, daranno un contributo utile. E per una azione più incisiva «si stanno sviluppando ulteriori intese tra la direzione centrale della polizia criminale del ministero dell'Interno e il dipartimento della giustizia minorile». Il Viminale punta anche a una maggiore collaborazione con la polizia municipale, che ha una conoscenza più capillare del territorio. Il trait-d’union è rappresentato dalla figura del poliziotto di quartiere, che finora è stato realizzato soltanto in alcune città-campione. Risultati, secondo Mantovano, sono già stati raggiunti: tra maggio e dicembre dello scorso anno sono state denunciate per sfruttamento dell'accattonaggio 263 persone. La Lombardia è in testa alla classifica: 71 sono gli uomini finiti nel registro degli indagati; il Lazio è secondo con 40 denunciati, seguito dalla Liguria con 25, dalla Toscana (20), Puglia (17) e il Veneto (16). I dati sono sicuramente parziali: solo a Roma in base a un’indagine condotta dalla Caritas sono stati contati più di mille ragazzi costretti a chiedere soldi negli incroci e davanti ai supermercati. Mantovano ha ricordato che la Camera sta per concludere l'esame del provvedimento contro la tratta di persone che «offre alla magistratura e alle forze dell'ordine strumenti più efficaci per la lotta e la repressione di fenomeni connessi all'immigrazione forzata di esseri umani». E la nuova legge sull'immigrazione «ha ulteriormente affinato gli strumenti per combattere l'immigrazione clandestina». «Il fenomeno dello sfruttamento e più in generale, dell'abuso sui minori - ha spiegato Mantovano - che riguarda in prevalenza minori Rom genera preoccupazione diffusa sia per la fragilità intrinseca del minore quale soggetto in età evolutiva sia per la labilità della difesa che la vittima può opporre. A rendere più difficoltosa l'azione di prevenzione e di contrasto è la resistenza culturale delle famiglie nomadi che non percepiscono come illecita la pratica dell'accattonaggio o addirittura quella dei furti; anzi, essi la ritengono una doverosa forma di contributo alle esigenze della famiglia e della comunità. Diverso il caso invece di altri minori di origine marocchina ed albanese recentemente coinvolti nell'accattonaggio e a causa dell'aumento dei flussi migratori. Questi ultimi infatti risultano spesso gestiti da vere e proprie organizzazioni criminali che determinano uno stato di dipendenza e di sudditanza fisica e psicologica accentuata con minacce e maltrattamenti». Maria Burani Procaccini, presidente della commissione Infanzia alla Camera, ha sollecitato l'istituzione di una anagrafe europea dei «bambini-ombra» in grado di accertare che coloro che dichiarano di essere i genitori lo siano effettivamente.
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