ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Venerdì 28 Maggio 2004

C.Ter.

Ancora tensione per la manifestazione del 4. Il premier: «Non sono preoccupato, possiamo fronteggiare i disordini»

 Bush a Roma, sarà un corteo blindato

La Cgil forse invierà solo una delegazione. Veltroni: rispetto per il presidente Usa


 

ROMA Il premier Berlusconi dice di «non essere preoccupato» per le proteste che si preparano contro la visita di Bush a Roma il 4 giugno». E assicura: «Abbiamo modo di fronteggiare eventuali problemi di ordine pubblico». Ciò nonostante, l’ansia per possibili incidenti cresce, anche a fronte dell’annuncio del capo della Polizia De Gennaro che parla di «tre, quattrocento facinorosi già segnalati». Comunque, il Forum pacifista, che sta organizzando il corteo da piazza della Repubblica a Porta San Paolo, garantisce che «la manifestazione sarà aperta a tutti, tranne che ai violenti».

La rassicurazione, tuttavia, non basta agli esponenti della Lista per Prodi che temono incidenti e diserteranno l’appuntamento. «La situazione è delicata, evitiamo di fare un regalo a Berlusconi alla vigilia del voto per le Europee», ha detto Piero Fassino al Messaggero. Comunque, sia lui, che Rutelli, Boselli e la Sbarbati venerdì prossimo saranno fuori Roma, impegnati nella campagna elettorale. E mentre i segretari del Listone ribadiscono che «la linea sull’Iraq non cambia», si chiarisce il giallo del documento di Prodi sul conflitto che sarebbe stato bocciato da Rutelli. Il presidente della Margherita ha preso molto male il tentativo di metterlo contro il Professore. Ma, più tardi, è stato appurato che si trattava solo di un appunto, arrivato dall’ufficio del presidente Ue a Bruxelles: Per questo, non è stato preso in considerazione. «E’ solo uno spunto utile per una futura discussione - spiega Arturo Parisi- pensate che se si fosse trattato davvero di un testo firmato da Prodi, Rutelli lo avrebbe sottoposto ai segretari mentre la riunione stava per sciogliersi per poi lasciarlo sul tavolo?».

I riformisti, dunque, eviteranno il corteo. Sfileranno invece Rifondazione comunista, Verdi, Comunisti italiani, che hanno anche organizzato una serie di voli sulla Capitale, con la scritta «Bush, no grazie», ed esponenti della Lista Occhetto-Di Pietro. Tentati i leader del Correntone della Quercia, anche se Mussi ha non poche perplessità. E la Melandri raccomanda «di non cadere in facili provocazioni» e consiglia di optare per l’esposizione della bandiere della pace, suggerita da Romano Prodi. Ma, soprattutto, al corteo potrebbe mancare la Cgil. Il sindacato guidato da Guglielmo Epifani sta infatti riflettendo sull’opportunità di inviare una delegazione. «Manifesteremo, comunque, il nostro no alla guerra e alla politica di Bush in modo rigorosamente pacifico in tutta Italia - spiega Titti Di Salvo - a Roma saremo nella piazza tematica di Porta a Paolo. Per quanto riguarda il corteo, stiamo seguendo l’evoluzione dei fatti».

Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, afferma che «un capo di Stato che viene in Italia deve essere accolto come tale». Ma si augura che «tutte le forme di dissenso alla guerra in Iraq, che anch’io considero un tremendo errore, siano espresse in modo civile, senza alcuna forma di intolleranza o violenza, con grande senso di responsabilità. E penso che esporre le bandiere arcobaleno sia una buona idea, come hanno detto Romano Prodi e altri». E il senatore a vita Giulio Andreotti dichiara al Gr3 che la visita di Bush a Roma «si sarebbe potuta benissimo evitare non solo per il momento critico, vista la guerra in Iraq, ma anche perchè c'è la scadenza elettorale alle porte e perchè i 60 anni dalla Liberazione non sono una scadenza giubilare». E ai parlamentari di Rifondazione accusano il governo di «montare ad arte un clima di tensione», risponde il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, secondo il quale «è inammissibile accusare il governo di ”provocazione” in occasione della visita di Bush a Roma, a fronte di ipotesi di regolamentazione delle manifestazioni di protesta. Il governo - afferma - assicura che l'operato delle forze di polizia sarà improntato anche in questo caso a equilibrio e a professionalità, al fine di evitare che il minimo disordine provochi danni a persone o cose».


    

 

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