ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:      Pag.   )
Giovedì 29 Agosto 2002

di ANTONIO DE FLORIO
Il sottosegretario all’Interno dice sì ai flussi: studiamo un provvedimento per chi è rimasto fuori dalla sanatoria, reprimeremo le illegalità


 

Tornano le quote per gli ingressi di stranieri
Mantovano: allo studio un decreto entro l’anno, poi nel 2003 un nuovo tetto


 

ROMA - «Per il 2002 gli uffici si sono attrezzati per lavorare nella direzione delle quote. Però non c’è ancora una decisione politica, nel senso che deve essere presa dal Consiglio dei ministri. Ci possono essere categorie che non necessariamente rientrano nelle regolarizzazioni, come i lavoratori autonomi, per le quali vi è una richiesta fondata da parte del mondo del lavoro. Eventualmente un decreto-flussi riguardebbe loro». Con queste parole il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano non esclude che per la fine dell’anno il governo emani un decreto con cui si darebbe il via libero all’ingresso di altri lavoratori stranieri. Si era parlato di ventimila unità, su pressione delle nostre ambasciate: ai paesi cui chiediamo di bloccare le navi di clandestini in cambio dovremmo offrire un certo numero di ingressi regolari. Tesi sostenuta anche in un’intervista a "Il Messaggero" dall’ex sottosegretario all’Interno dell’Ulivo Giannicola Sinisi.

Il sottosegretario Mantovano se ha qualche dubbio su un decreto-flussi per l’anno in corso, non ne ha nessuno sul prossimo, «che terrà conto delle domande di regolarizzazione presentate da colf, badanti e operai. «Certamente per il 2003 le quote ci saranno - ha detto ai microfoni di "Radio anch’io" - e poiché il meccanismo di preparazione richiede almeno 3 mesi di tempo, ci si sta già preparando in questa direzione». Per il 2002, ha aggiunto, «è allo studio l'opportunità di un piccolo decreto quote, ma è una decisione che il Consiglio dei ministri deve ancora definire; in ogni caso, gli uffici si sono attivati anche in questa direzione». Mantovano ha quindi ripetuto che quella partita ieri con la distribuzione dei kit «non è una sanatoria, bensì una regolarizzazione poiché richiede dei comportamenti attivi da parte dei datori di lavoro che sono tenuti a una serie di obblige alla stesura di un regolare rapporto di lavoro».

Sule varie ipotesi di regolarizzazione per colf e badanti, il sottosegretario all'Interno ha fatto riferimento al caso frequente di colf che dipendono contemporaneamente da più datori di lavoro, svolgendo un'attività ad ore: «In tale frangente - ha spiegato - ciascun datore di lavoro è tenuto a versare per intero il forfait dei contributi per il trimestre, ma nel momento in cui si stilerà il contratto di lavoro tutti i datori andranno con la lavoratrice presso la prefettura; in quella sede si ricostruirà l'intero rapporto di lavoro per verificare se c'è il rispetto del minimo salariale e se si raggiunge il numero minimo di contributi mensili». Da Mantovano, quindi, un invito ai datori di lavoro a «non fare i furbi»: «Il giorno dopo la chiusura dei termini della regolarizzazione - ha ricordato - se un datore di lavoro impiegherà un lavoratore irregolare andrà verso dure sanzioni. Saremo decisi nel reprimere i comportamenti illegali dei datori di lavoro. L'invito - ha aggiunto - è di approfittare dell'occasione che viene data, visto anche il semplice iter per le regolarizzazioni».

Le procedure sono «informatizzate sin dall'inizio - ha detto ancora Mantovano - ed è evidente che se la regolarizzazione diventa ad esempio lo strumento per far permanere in Italia una prostituta, il gioco dura poco poiché, a distanza di 6 mesi, si svolgeranno controlli incrociati anche da parte delle questure e il meccanismo truffaldino salta». Quanto agli altri lavoratori stranieri, Mantovano ha confermato che «vi è un ordine del giorno che impegna il governo a realizzare una regolarizzazione più ampia che riguarda il lavoro subordinato. Probabilmente - ha anticipato - il decreto legge in merito sarà varato dal Consiglio dei ministri del 6 settembre».

Livia Turco, ex ministro del governo Amato, Ds, replica: «Faremo un'attenta azione di monitoraggio sugli effetti che produrrà la nuova legge Bossi-Fini. Siamo d'accordo sulla regolarizzazione, ma rileviamo la forte incoerenza rispetto a un meccanismo legislativo che produrrà inevitabilmente effetti negativi. L'appuntamento è tra un anno per verificare appunto i risultati del provvedimento».


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