ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:     Pag.     )
Sabato 30 Novembre 2002 2002



DEVOLUTION E SICUREZZA

Mantovano: «No a nuove polizie»
Il sottosegretario: inutili i Corpi regionali, serve invece una regìa unica


 

PORDENONE - «Le soluzioni in materia di devolution nella sicurezza non sono semplici, si tratta infatti di fare scelte culturali e di principio. Quello che è sicuro è che non c'è necessità di creare nuovi corpi di polizia. L'esigenza, invece, è quella di coordinare meglio le forze in campo e garantire una migliore formazione degli uomini». A dichiararlo è il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, che a questo scopo annuncia un provvedimento in dirittura d'arrivo da parte del Viminale che disciplinerà la vigilanza privata. Mantovano ha chiarito il suo pensiero in materia di devolution e sicurezza in un convegno a Pordenone sul futuro della polizia locale.

Secondo Mantovano si deve lavorare al coordinamento perché le diverse funzioni di polizia abbiano una «regia unica». «Non si può pensare - dice - che la polizia municipale possa intervenire con strumenti come le intercettazioni, ma può sicuramente aiutare la polizia di Stato a svolgere il suo compito liberandola, ad esempio, come già succede in alcune regioni, dai compiti di sicurezza stradale. L'importante è capire - prosegue - che in questo quadro ognuno ha un proprio ruolo specifico da svolgere e che, soprattutto, il vigile urbano non è un carabiniere di serie B». In questo contesto, secondo Mantovano, «non c'è spazio per l'istituzione di nuovi corpi di polizia». «Non credo - dice - alla funzionalità, ad esempio, di una polizia regionale che si occupi della micro criminalità. Non condivido, infatti, la distinzione tra micro e macro criminalità». Secondo Mantovano quindi l'obiettivo è «dotarsi di strumenti di coordinamento più ampi, piuttosto che pensare a nuove forze in campo, e in questo contesto rientra l'esperimento del poliziotto di quartiere che rappresenta la forma più stretta di collaborazione tra polizia nazionale e locale ed anche la riforma della vigilanza privata.

Nelle prossime settimane - ha concluso Mantovano - avremo il testo di un'adeguamento normativo, necessario quanto urgente, per disciplinare un settore che fino ad oggi è sfuggito ai controlli. Per poter demandare agli istituti di vigilanza privata compiti di sicurezza precisi c'è bisogno di definire bene l'identità dell'agente privato, i terreni di intervento, disciplinarne l'uso delle armi e il raccordo con le forze di polizia».


vedi i precedenti interventi