ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO Giovedì 30 maggio 2002

di MARIO STANGANELLI


A Montecitorio passa a maggioranza il punto cruciale della nuova legge. I centristi si impuntano sul loro emendamento. Bossi: allora mettiamo la fiducia

 

Immigrati, nuovo scontro tra Lega e Udc
La Camera dice sì alle impronte digitali. Ma Tabacci insiste: regolarizzare chi già lavora

 


ROMA - Arenato sullo scoglio dell’emendamento Tabacci, il disegno di legge Bossi-Fini sull’immigrazione in discussione alla Camera approda - tema di assoluta priorità - al Consiglio dei ministri di domani. La speranza, nella maggioranza, è di trovare una via d’uscita al durissimo scontro che oppone, da una parte, l’Udc, a cui appartiene il presidente della commissione Attività produttive che ha presentato l’emendamento finalizzato alla regolarizzazione - come già previsto per colf e "badanti" - dei lavoratori del sommerso nelle imprese italiane, e, dall’altra, An e la Lega, soprattutto, decisissimi a conservare, su questo punto, il testo originario della legge. Di conseguenza, il voto finale sul provvedimento slitterà - grazie anche ai tempi aggiuntivi concessi dal presidente della Camera Casini alla discussione di «una legge così importante - dalla data prevista per oggi alla prossima settimana.

Intanto, è stato approvato ieri, con 236 voti a favore e 168 contrari, l’emendamento della maggioranza che impone il rilevamento delle impronte digitali a tutti gli stranieri extracomunitari che chiederanno il permesso di soggiorno in Italia. Il centrodestra sostiene che il provvedimento è necessario per assicurarsi sull’identità dello straniero, dal momento che spesso si è data ospitalità a criminali con documenti contraffatti. Per l’opposizione, invece, si tratta di un provvedimento «discriminatorio» perché le impronte dovrebbero essere prese a tutti e fonte di possibili «incidenti diplomatici, dal momento che le impronte dovrebbero essere richieste anche a cittadini Usa o svizzeri».

Il problema più grosso, comunque, resta quello dell’emendamento sui lavoratori extracomunitari. A proposito del quale Bruno Tabacci, in una conferenza stampa, ha detto di non avere nessuna intenzione di demordere. La maggioranza è preoccupata dalla possibilità che l’emendamento passi con i voti dell’opposizione i cui capigruppo - da Violante a Castagnetti a Intini - hanno detto di apprezzare l’iniziativa di Tabacci. In questo caso si determinerebbe nella Cdl una spaccatura dalle conseguenze imprevedibili. Il capogruppo della Lega alla Camera, Alessandro Cè, definendo Tabacci «una scheggia impazzita», lancia l’allarme rivolgendosi direttamente a Berlusconi: «In questo modo non è possibile andare avanti, respingiamo il ricatto dell’Udc. Ci vuole un chiarimento di vertice». L’esponente del Carroccio chiede un voto di fiducia sulla legge, non nascondendo «la paura che l’emendamento Tabacci possa passare con i voti dell’opposizione, ma sarebbe una debacle, una catastrofe per uno dei pilastri del programma della Cdl». Cè, sia pure attraverso un giro di parole, fa balenare anche l’eventualità di una crisi. E cioè che la Lega possa esaminare «tutte le possibilità per sfuggire all’imposizione di stravolgimenti degli accordi stabiliti».

Anche lo stesso Tabacci, assieme al capogruppo dell’Udc Luca Volontè, si è detto preoccupato del rischio che il suo emendamento passi col voto dell’opposizione, e per questo ha chiesto al governo di prendere posizione prima del voto finale sulla Bossi-Fini. Il presidente della commissione Attività produttive - che con qualche compiacimento ha visto arrivare ieri alla Camera il consigliere per le relazioni industriali di Confindustria, Guidalberto Guidi, che al sottosegretario Mantovano con delega all’immigrazione ha esposto l’esigenza degli imprenditori di ricorrere al serbatoio dell’immigrazione per la forza lavoro - ha ribadito lo spirito della sua proposta. «Non si tratta di una sanatoria - ha detto Tabacci - e non comprende i "vu cumprà", ma solo i dipendenti che già lavorano nelle imprese italiane. Si tratta di regolarizzare gente che già lavora e che ha reso possibile il miracolo del Nor-Est». Per l’esponente democratico-cristiano, «il problema è enorme, riguarda decine di migliaia di lavoratori extracomunitari in nero che nel solo 2000 hanno portato a un mancato gettito fiscale e contributivo di 2-3 mila miliardi».

Per Tabacci la soluzione migliore sarebbe approvare il suo emendamento all’interno della Bossi-Fini. In second’ordine ricorrere a un decreto legge sulla regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari da emettere lo stesso giorno di entrata in vigore della legge. Dello stesso avviso Rocco Buttiglione, che sconsiglia il voto di fiducia richiesto dalla Lega e apre all’ipotesi di un decreto o di un disegno di legge che accolga l’emendamento Tabacci. In ogni caso - sostiene il ministro udc - «in Parlamento c’è una maggioranza per il nostro emendamento. Contro di esso, invece, anche con le imboscate, una maggioranza non c’è. Non ci intimorivano prima di queste elezioni. Molto meno ci possono intimorire adesso». Naturalmente, sullo scontro all’interno della Cdl l’opposizione va a nozze, sperando che - come dice Castagnetti - «l’Udc non abbai solamente, come è successo altre volte, quando un minuto prima del voto si sono ritirati». Per il resto poche soddisfazioni per Ulivo e Prc che hanno visto passare, nonostante il loro voto contrario, vari punti controversi della legge, oltre alle impronte digitali. Come il ribadito no allo "sponsor" italiano per lavoratori provenienti dall’estero proposto in due emendamenti di Verdi e Ulivo e appoggiato anche dal Nuovo Psi di Bobo Craxi. La modifica della legge Turco-Napolitano per quanto riguarda l’annuale decreto sui flussi migratori, reso ora facoltativo e l’irrigidimento delle disposizioni sul visto d’ingresso per gli extracomunitari.

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