ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione: PRIMO PIANO    Pag.   )
Venerdì 30 Agosto 2002

di ANTONIO DE FLORIO
Il ministro del Welfare: il 6 settembre il decreto per i lavoratori in nero, ma insorge Tabacci: una forzatura. Ieri ritirati 190 mila kit per le colf


 

Scontro nel governo, niente quote nel 2002
Maroni a Mantovano: no al decreto flussi, in regola solo chi è assunto a tempo indeterminato


 

ROMA - Preoccupato dai numeri delle domande di regolarizzazione di colf e badanti - ieri sono stati ritirati altri 190.000 kit che si sommano ai 280.000 del giorno prima - il ministro del Welfare, Roberto Maroni, ha annunciato che dopo il decreto di sanatoria degli operai extracomunitari in nero nelle aziende, ci sarà «tolleranza zero».

Il ministro leghista ha confermato che sarà il consiglio dei ministri di venerdì prossimo ad approvare il provvedimento di regolarizzazione dei lavoratori subordinati delle imprese e ha sbarrato la strada a «nuovi ingressi di stranieri», attraverso un decreto quote per il 2002. A ventilare la possibilità di un decreto-flussi per l’anno in corso era stato, 24 ore prima, il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano (An), che per il governo ha seguito passo passo l’approvazione della legge "Bossi-Fini" sull’immigrazione. «Visti i numeri sulla distribuzione dei moduli ai lavoratori che intendono essere regolarizzati - è la replica di Maroni - nel 2002 non faremo nessun nuovo decreto sui flussi. Nel 2003 valuteremo sulla base dell'esito della regolarizzazione. Questa regolarizzazione consente di emergere a tutti i lavoratori in nero. Da quando scadrà il termine per l'emersione sul lavoro sommerso non ci sarà nessuna tolleranza». Maroni annuncia per settembre un rafforzamento del servizio di ispezione sulle aziende e un inasprimento dei controlli. «Ci concentreremo - dice - sulla lotta al lavoro sommerso. Questa per noi è la priorità numero uno».

La velata polemica di Maroni con Mantovano è accompagnata da una nuova frizione tra il ministro leghista e il presidente della Commissione Affari produttivi Bruno Tabacci(Udc), autore del famoso emendamento alla Camera con cui si chiedeva di estendere la sanatoria di colf e badanti agli operai. Maroni, annunciando per venerdì il decreto per gli operai in nero nelle aziende, ha precisato che «per regolarizzare un lavoratore subordinato bisognerà offrirgli un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Così si eviteranno gli abusi». Immediata la replica di Tabacci: «Fare riferimento ad un contratto a tempo indeterminato è una forzatura. Il contratto di lavoro è quello previsto dalle normative vigenti in materia di occupazione. Ad esempio, i lavoratori del settore edilizio non possono essere riconducibili ad un contratto a tempo indeterminato. Non possiamo pretendere che, invece, di portare flessibilità, introduciamo delle rigidità». Si annuncia dunque un consiglio dei ministri piuttosto agitato con un nuovo braccio di ferro tra centristi cattolici, più attenti ai temi della solidarietà, e i leghisti.

Sulla sortita di Maroni interviene Livia Turco, responsabile del Welfare per i ds: «L'annuncio del Ministro Maroni che la regolarizzazione dei lavoratori dipendenti extracomunitari avverrà solo per chi potrà avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato conferma che questo governo sul tema dell'immigrazione è in un vero e proprio stato confusionale e si dibatte in contraddizioni insanabili. Come si concilia infatti questa scelta che ha il solo scopo di disincentivare la regolarizzazione degli immigrati con la legge Bossi-Fini che prevede che il contratto di soggiorno duri solo due anni e con la riforma del mercato del lavoro varata dallo stesso ministro Maroni che esalta il lavoro a tempo determinato e ne incentiva la precarietà?». Il ministro Bossi nega che si tratti «di una sanatoria».

Intanto ancora file, anche se più limitate, agli uffici postali per ritirare il kit con cui regolarizzare colf e badanti. A due giorni dal via libera alla prima fase della regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari i kit consegnati hanno raggiunto quota 470 mila. Prosegue dunque l'incetta dei moduli da parte di datori di lavoro e immigrati dovuta anche al timore di sbagliare nella compilazione della domanda. Per questo il Viminale ha raccomandato di dedicare particolare attenzione nella compilazione dei moduli ed eventualmente fare una prima stesura della domanda in brutta copia.


vedi i precedenti interventi