ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO (Sezione: Pag. ) |
Martedì 4 Marzo 2003 |
di MARIO MENGHETTI SCONTRO TRA PROCURE Firenze guida le indagini:
malumore nella Capitale
ROMA - La Procura fiorentina l’ha già detto a chiare lettere: l’inchiesta sulla sparatoria di domenica mattina sul treno Roma-Firenze sarà di sua competenza. Sulla base delle nuove norme antiterrorismo che, in sintesi, recitano come in caso di episodi con finalità terroristiche o di eversione, la competenza a procedere è sempre della Procura della città capoluogo del distretto della Corte d’Appello. Una presa di posizione chiara e netta, accettata a denti stretti dalle Procure di Roma e Bologna, impegnate nelle inchieste sugli omicidi D’Antona e Biagi, targati Br-Pcc. «Nessuno di noi ha posto il problema della competenza - ha assicurato il Procuratore capo di Bologna, Enrico Di Nicola - Nel vertice di Arezzo si è parlato di coordinamento, al momento sereno e senza nessun tipo di contrasto». In realtà i malumori venuti a galla durante la riunione sono stati molteplici. Soprattutto da parte dei magistrati romani che contro Desdemona Lioce e Mario Galesi avevano richiesto una un ordinanza di custodia cautelare, poi emessa dal gup Maria Teresa Covatta nell’ottobre scorso, per banda armata. Fino a l’altra mattina l’unica accusa per cui la Lioce era ricercata. «Tutto quello che può interessare ai singoli uffici è messo reciprocamente a disposizione - ha ribadito comunque Di Nicola - così come rientra nel coordinamento fra le diverse Procure lo scambio di atti». In pratica - sembra essere l'impostazione della Procura emiliana - fin quando sia l'indagine D'Antona, sia quella Biagi saranno a carico di ignoti è impensabile qualsiasi ipotesi di riunificazione delle varie inchieste. Il lavoro investigativo andrà quindi avanti, con le tre Procure in stretto contatto fra di loro. Anche se lo stesso Enzo Bianco, direttore del Copaco (Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti) ha affermato: «È necessario una Procura nazionale antiterrorismo. Non è pensabile che ci siano indagini spezzettate tra diverse Procure come sta accadendo oggi». Alla sua idea si è dichiarato favorevole anche il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. «Un coordinamento serve - ha spiegato Mantovano - ma ci sono resistenze all'interno della stessa magistratura».
|
vedi i precedenti interventi |