ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO | Lunedì 4 febbraio 2002 |
M. Sta.
Il Polo plaude, silenzio a sinistra
ROMA - A manifestare apertamente il proprio dissenso verso l’appello del Papa contro l’aborto, l’eutanasia, le manipolazioni genetiche e per il riconoscimento giuridico dell’embrione, sembrano essere rimasti solo loro, i radicali, laici per antonomasia. Marco Pannella in testa. Ed è il leader gandhiano - dopo aver trovato del tutto «scontato e naturale» l’intervento di Giovanni Paolo II sullo status giuridico dell’embrione - a ironizzare sulla politica del Vaticano che «finirà per chiedere ai Parlamenti (dove, per loro sfortuna, ci sono) e ai dittatori di riconoscere per legge l’infallibilità pontificia, l’Immacolata concezione, l’Assunzione in corpo e anima di Maria in cielo e tutti gli altri dogmi proclamati tra il 1867 e il 1874 dal nuovo "santo" per volontà vaticana: Papa Pio IX». «Si potrà essere sicuri - aggiunge Pannella - che i due poli del mondo politico ufficiale italiano (un mondo, due poli: naturale) si faranno concorrenza per ripetere, con Francesco Rutelli e Silvio Berlusconi, che questi sono problemi di coscienza e che in quanto tali non devono riguardare elezioni, programmi di governo e attività parlamentare». A fronte del silenzio del centrosinistra - al cui interno non poche tematiche della bioetica costituiscono un ennesimo terreno di disaccordo - parla più di un esponente del Polo. E in toni entusiastici. «L’appello del Papa non cadrà nel vuoto», assicura il capogruppo alla Camera di Ccd-Cdu, Luca Volontè, annunciando «una risposta concreta» della maggioranza per il riconoscimento giuridico dell’embrione. «Per noi si tratta di una battaglia storica e ora abbiamo il vantaggio di avere la nostra Dorina Bianchi come relatore sul provvedimento per la fecondazione artificiale. «Useremo tutto il nostro peso - aggiunge Volontè - per inserire all’articolo 1 di quel provvedimento il riconoscimento giuridico del concepito». Anche secondo il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano (An), l’appello del Papa per l’embrione «non può lasciare indifferente chi ha responsabilità politiche, prescindendo da qualsiasi elemento confessionale». A rendere «necessario» questo passo non è - secondo Mantovano - «un dogma di fede, ma la presa d’atto di un dato naturale scientificamente accertato: quello dell’esistenza della vita umana fin dal concepimento».
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