ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
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Mercoledì 5 Febbraio 2003

R.D.G.

 

Mafia, in aumento i collaboratori di giustizia: sessantuno pentiti solo negli ultimi sei mesi


ROMA- Dopo anni di silenzio, è di nuovo in crescita il fenomeno dei collaboratori di giustizia. Nell’ultimo mese sono stati ammessi dalla Commissione Centrale due pentiti e tre testimoni, nel secondo semestre 2002 i collaboratori sono stati 61 contro i 39 dello stesso periodo dell'anno precedente. Sono dati ufficiali, forniti ieri dal sottosegretario al ministero dell'Interno Alfredo Mantovano, nel corso di una audizione in commissione Antimafia. «L'incremento dimostra che le proposte seguono un trend costante. Insieme ai pentiti è salito anche il numero dei familiari che vengono sottoposti alle misure di protezione, e tutto mentre i costi sono diminuiti», ha annunciato con soddisfazione il sottosegretario.

Qualche dato. Le persone sotto protezione sono 4.997: complessivamente sono 1.092 collaboratori di giustizia e 3.649 familiari. I testimoni sono 69 e a questi vanno aggiunti circa 200 parenti. Resta aperto il problema di andare oltre il termine dei 180 giorni, un lasso di tempo che molte Procure ritengono insufficiente. Mantovano si è limitato a dire che si tratta di «una materia di esclusiva competenza del Parlamento». Soddisfatto il presidente Centaro che ha parlato di «bilancio positivo, anche per qualità dei nuovi collaboratori di giustizia». Per il Capogruppo diessino Lumia i nodi critici restano, oltre alla mancata proroga dei 180 giorni, la diminuzione dei "testimoni" di giustizia, da 75 a 66, e la proposta del ministro Castelli di depenalizzare il reato di usura se commesso da istituti di credito.

Lumia ha comunque espresso soddisfazione per la corretta gestione della Commissione Centrale e per la puntuale descrizione fornita dal sottosegretario, anche per quanto riguarda la lotta al racket ed all'usura. «Quello della mancata proroga dei 180 giorni- ha aggiunto- è diventato un tabù del governo non appena Giuffrè ha affrontato il nodo mafia e politica e quello dei rapporti mafia ed economia». Ma Fragalà di An ha ribattuto: «I risultati della nuova legge sono positive e le solite Cassandre che avevano paventato solo falsi collaboratori sono state smentite».


 

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