ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione: Politica   Pag.   )
Venerdi' 6 Settembre 2002

di CLAUDIA TERRACINA



 

Legittimo sospetto, ora il Polo vuole cambiarlo
Pecorella: modifiche sacrosante, ma si voti a settembre. L’Ulivo: allora ostruzionismo


 

ROMA— La prima riunione delle commissioni congiunte Giustizia e Affari Costituzionali della Camera per affrontare la discussione sul disegno di legge Cirami è fissata per oggi pomeriggio, ma lo scontro si è già riacceso. E non solo tra i due poli. Nel centrodestra comincia infatti a prendere piede l’ipotesi di apportare alcune modifiche al testo Cirami-Carrara, approvato in Senato, per far fronte alle contestazioni di incostituzionalità, che, si racconta, sono state fatte presenti anche da parte del Quirinale. E si discute anche sulla eventualità di escludere dal Cirami i reati di mafia e terrorismo, ipotesi che vede i forzisti divisi. Le possibili correzioni al provvedimento implicano però un nuovo passaggio a Palazzo Madama e, quindi, un ulteriore allungamento dei tempi per l’approvazione definitiva. Il rischio è di andare oltre la data del 10 ottobre, indicata dal presidente della Camera Casini per il dibattito in aula. E, se così fosse, la nuova legge sul legittimo sospetto potrebbe non essere varata in tempo per richiederne l’applicazione nei processi Imi-Sir e Sme, nei quali sono implicati Previti e Berlusconi. Per questo, una parte di Forza Italia è contraria alle modifiche e, sondaggi alla mano, spiega che «sarebbe sbagliato dar modo all’opposizione di inscenare proteste sulla giustizia per un mese e mezzo». La corsa contro il tempo, quindi, si impone. Ed è un moderato come il capogruppo dell’Udc, Luca Volontè, che raccomanda «di arrivare al voto finale entro la fine di settembre».

L’ipotesi, ovviamente, non piace affatto all’opposizione che annuncia, di fatto, il ricorso all’ostruzionismo iscrivendo a parlare tutti i 280 deputati dell’Ulivo, leader compresi. «Non accettiamo tappe forzate sul ddl Cirami - avverte Carlo Leoni, capogruppo dei Ds in commissione Affari costituzionali, che accusa i presidenti delle due commissioni di «imporre in pratica la procedura d’urgenza, che non è stata chiesta nella conferenza dei capigruppo». Gaetano Pecorella e Donato Bruno hanno infatti già previsto otto ore al giorno di discussione e possibili riunioni notturne.

Ma c’è una novità. Pecorella si dice anche disponibile «a modifiche sacrosante, in particolare nella formulazione del legittimo sospetto, che qualcuno ritiene essere non sufficientemente precisa, nella utilizzabilità degli atti nel giudizio, nell'ipotesi in cui sia accolta la rimessione da parte del nuovo giudice e, infine, si può rivedere la questione relativa alla sospensione del processo prima della sentenza», spiega. E anche Nicolò Ghedini, esponente di Forza Italia e avvocato di Berlusconi, dopo un colloquio con Anna Finocchiaro, responsabile Giustizia dei Ds, si è detto pronto al confronto, «purchè l'Ulivo non voglia utilizzare la discussione generale come una kermesse mediatica contro il centrodestra». Ma Ghedini, curiosamente, non ha proposto un’accelerazione dei tempi del voto. «Per me si potrebbe anche aspettare la sentenza della Corte Costituzionale, che credo arriverà il 22 ottobre», ha detto.

Parole che hanno il senso di un segnale di disponibilità nei confronti della parte più trattativista dell’opposizione. Non è un mistero, infatti, che nella minoranza c’è chi è tentato dalla prospettiva di poter migliorare il disegno di legge Cirami, che, si ragiona sotto la Quercia, «verrebbe comunque approvato, visti i numeri di cui dispone la Casa delle libertà». Verdi, Comunisti italiani e Margherita, pur con qualche riserva sui toni, puntano invece, come sottolinea il vicepresidente della commissione Giustizia, il verde Paolo Cento, «a un ostruzionismo durissimo da subito per arrivare al ritiro di una legge pessima fatta su misura per Previti e Berlusconi». Che il Cirami possa non passare, è però un’ipotesi remota, anche con il voto segreto in aula. Sull’argomento, infatti, il centrodestra fa quadrato intorno a Berlusconi, anche se An, nell’esecutivo di ieri, ha sposato in pieno la linea del sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano che ha chiesto una moratoria dei provvedimenti estemporanei sulla giustizia.


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