ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:     Pag.     )
Venerdì 8 novembre 2002

di CORRADO GIUSTINIANI

A tre giorni dalla chiusura del termine per la regolarizzazione, le domande presentate sono già mezzo milione

Immigrati, nuovo scontro Lega-An

Permessi di 6 mesi a chi denuncia il datore fuorilegge. Bossi: ritirate la circolare


 

ROMA - A tre giorni dalla chiusura dei termini, mentre il traguardo delle 500 mila domande sta per essere centrato, esplode l’ennesimo caso attorno alla sanatoria di colf, assistenti a domicilio e clandestini delle imprese. Quella del permesso di soggiorno di sei mesi per gli immigrati che vogliono fare causa al loro datore di lavoro perché non li ha messi in regola, prima annunciato dal sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano e poi messo per iscritto in un documento del ministero, datato 31 ottobre.

«Questa circolare non va bene, è contro la legge e fa il gioco della sinistra» ha tuonato ieri il leader della Lega Umberto Bossi, che ne ha chiesto il ritiro, mettendo così in serio imbarazzo An (Landi si è parzialmente schierato contro Mantovano, La Russa lo ha difeso) il ministero del Lavoro retto dal leghista Maroni e il governo nella sua collegialità. Ieri sera si è tenuta una riunione al ministero dell’Interno, e oggi verranno diramate nuove precisazioni e nuovi chiarimenti scritti.

Ma ecco il "casus belli": una lettera circolare, per la precisione, che avrebbe meno vincoli di una circolare vera e propria. "Sono pervenuti - vi si dice - numerosi quesiti in ordine al ricorso presentato da alcuni cittadini extracomunitari, impiegati in attività lavorative in modo regolare e irregolare, i cui datori di lavoro non intendono procedere alla loro regolarizzazione e che, in qualche modo, hanno anche interrotto il rapporto di lavoro, nei cui confronti gli interessati hanno adito formalmente le vie legali, al fine di mantenere il rapporto di lavoro o di riassumere quello interrotto o aprano una vertenza tramite associazioni sindacali o di patronato".

"La loro posizione si ritiene essere assimilata, in via temporanea - continua la lettera circolare - a quella dei perdenti il posto di lavoro e rientra, quindi, nell’ipotesi di cui all’articolo 22, comma 11, del Testo unico, relativamente al rilascio del permesso di soggiorno per una durata di sei mesi. Resta immutato, ovviamente, l’obbligo dell’esistenza di tutti gli altri requisiti previsti dalla normativa vigente per le procedure di emersione, legalizzazione del lavoro irregolare, nonchè il rispetto dei termini previsti per la richiesta di permesso di soggiorno opportunamente documentato". L’immigrato dovrebbe fare causa entro lunedì 11. «Ma la circolare è arrivata solo il 31 ottobre - osserva Marinella Meschieri, segretaria della Filcams Cgil - Ci vuola una proroga di almeno due settimane, per questi lavoratori».

Secondo Bossi, «Così si fa il gioco della sinistra. La questione della lotta all’immigrazione clandestina non deve passare nelle mani della magistratura, come vorrebbe la sinistra». Secondo La Russa, invece, non si tratta di una modifica della legge, perché ci si richiama a una norma esistente nel testo unico sull’immigrazione. Per il parlamentare «la tutela degli extracomunitari contro ipotesi di sfruttamento in nero, rispetta la tesi di An». Meno convinto Giampaolo Landi di Chiavenna, perché si introduce «un nuovo istituto quale sarebbe il permesso di soggiorno per l’extracomunitario denunciante». Livia Turco (Ds) denuncia: «Il governo è in preda al caos».


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