ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su MESSAGGERO
(Sezione: Politica   Pag.   )
Lunedì 9 Settembre 2002

CARLO FUSI

Il vicepremier: «I leader del centrosinistra hanno la sindrome alla Bartali, non sono all’altezza»

«L’ opposizione? Comparse di Moretti»

Fini: «Il clamore dell’Ulivo sulla giustizia si rivelerà un boomerang, come sulle rogatorie»


 

DAL NOSTRO INVIATO

MIRABELLO (FERRARA) — Alla festa tricolore di An a Mirabello, in quello cioè che tradizionalmente rappresenta per lui l’appuntamento di ripresa dell’attività politica, Gianfranco Fini attacca frontalmente l’opposizione capace, spiega, di dire solo di no: «Un’opposizione così rappresenta un problema per l’Italia». Il vicepremier è durissimo: il centro-sinistra, dice, è di fatto eterodiretto, la leadership è in mano ai girotondi e, con un riferimento voluto a Nanni Moretti, accusa: «La realtà è che c’è un regista, degli attori e qualche comparsa. Solo che quegli attori e quelle comparse fino a poco fa pensavano di essere loro i leader».

Per definire l’atteggiamento del centro-sinistra Fini ricorre al Bartali del "è tutto sbagliato, è tutto da rifare": «Proprio io che l’opposizione l’ho fatta per anni dico che è incredibile il fatto che su ogni provvedimento messo in campo dal governo il centro-sinistra non sappia dire altro che è totalmente sbagliato. Un atteggiamento di pregiudiziale contrarietà», dovuto secondo Fini proprio al pressing esercitato dalla piazza. «E dunque l’anomalia non siamo noi, l’anomalia è questa opposizione. L’Italia ne meriterebbe una diversa».

Il riferimento è a tutto campo: va dalla riforma delle telecomunicazioni («Loro ci hanno provato ma non ci sono mai riusciti») alla giustizia. Fini conferma l’appoggio al ddl Cirami e la proposta di successiva moratoria sui temi giudiziari fatta da Alfredo Mantovano: «Sulla Cirami il tempo sarà galantuomo e per l’opposizione tutto questo clamore si rivelerà un boomerang come è stato per la legge sulle rogatorie. Poi una cosa non capisco: come fanno ad essere sicuri di quale sarà, una volta approvato il disegno di legge, la decisione della Cassazione? Come fanno ad essere certi che quei giudici si pronunceranno a favore del legittimo sospetto? Allora vuol dire che dentro di loro sanno che l’accanimento giudiziario contro Berlusconi esiste...».

Ma non c’è solo la voglia di rintuzzare gli attacchi dell’Ulivo nella mente del vicepremier. La Finanziaria è alle porte. La destra aveva chiesto, e perentoriamente, al presidente del Consiglio e al ministro Tremonti maggiore attenzione per il Mezzogiorno: missione compiuta, perché Berlusconi prima e il superministro dell’Economia dopo hanno recepito quelle istanze. Di più: domani, nel corso di un faccia a faccia tra i ministri di An e Tremonti le misure per favorire l’occupazione - e non solo gli investimenti - nel meridione troveranno nuova enfasi assieme ad una nuova proposta: senza toccare le pensioni di anzianità, inserire nella delega previdenziale già all’esame del Parlamento un meccanismo che incentivi la permanenza al lavoro di chi ha già raggiunto il tetto di contributi. Meccanismo che naturalmente sarà di tipo volontario. Ma anche qui ritorna l’accusa all’opposizione. «I problemi ci sono per tutti ma vanno anche colti i segnali positivi: per esempio dal luglio 2001 all’aprile 2002 gli occupati sono aumentati di 300 mila unità, e l’incremento è stato soprattutto al Sud». Nella Finanziaria non ci saranno solo misure congiunturali («che non hanno nulla di disdicevole») ma anche interventi strutturali sul fisco «per diminuire il carico impositivo sulle famiglie a basso reddito». Comunque il concetto «è che bisogna fare le riforme perché solo così si reperiscono le risorse».

L’ultimo riferimento è alla legge che porta il suo nome e quello di Bossi: il provvedimento sull’immigrazione. «E’ assolutamente falso parlare di sanatoria. Quella legge ha due obiettivi: il dovere della solidarietà e quello di far rispettare la legalità. Chi sfrutta non può essere considerato un benefattore, e non possiamo mica ringraziarli. Le piccole imprese dovranno mettersi in regola e l’emersione del lavoro in nero è un obiettivo fondamentale».


vedi i precedenti interventi