ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO (Sezione: Pag. ) |
Mercoledì 30 Novembre 2005 |
di AMEDEO CORTESE
Castelli: riesamino il caso Sofri
ROMA - «Sto doverosamente riesaminando il caso alla luce del fatto nuovo. Non sono cambiate le mie opinioni, ma i fatti...». A settantadue ore dal drammatico ricovero di Adriano Sofri, il ministro della Giustizia annuncia una possibile, clamorosa svolta. Perché dopo aver interpretato la linea dura contraria alla grazia, al punto da arrivare a promuovere un conflitto di competenze con il capo dello Stato che aspetta di essere definito dalla Corte Costituzionale, il guardasigilli per la prima volta non chiude a questa possibilità. «Sono cambiati i fatti», appunto. Mentre l’ex leader di Lotta Continua dopo l’intervento d’urgenza di sabato scorso è sempre ricoverato sotto sedazione e collegato a un ventilatore polmonare, nel mondo politico si moltiplicano gli appelli per un provvedimento di clemenza. «La nostra preoccupazione, in questo momento, riguarda la salute di mio padre e non lo stato di detenzione», il lapidario commento del figlio di Sofri, Nicola, di fronte alle ultime novità. «Intanto», osserva il ministro di An Gianni Alemanno, «è positiva la sospensione della pena in un momento in cui c'è una grande preoccupazione per la salute di Adriano Sofri, lo ritengo un atto di grande moderazione e intelligenza. Per quanto riguarda la concessione della grazia, ha ragione il sottosegretario Mantovano quando ha sottolineato che, di fronte a questo contesto e a una situazione che ormai appartiene alla storia, si può fare un gesto di superamento». «Se Castelli ha ripreso in mano la pratica aprendo l'istruttoria», fa notare il sottosegretario forzista alla Giustizia, Luigi Vitali, «è chiaro che ci saranno delle novità. Per quanto mi riguarda io sono favorevole a concedere la grazia a Sofri del quale, oltretutto, va apprezzata la coerenza assoluta». La svolta del guardasigilli però viene giudicata ancora insufficiente dalla sinistra. «Era ora», commenta così Ermete Realacci, della Margherita, «che Castelli rinunciasse alla sua battaglia ideologica e strumentale. Speriamo le sue parole non nascondano ipocrisie, che il ministro non parli con lingua biforcuta. E, soprattutto, adesso faccia in fretta». «Non c'era bisogno di attendere che Sofri rischiasse la vita», sottolinea Massimo Brutti, responsabile giustizia dei Ds. Di «ripensamento opportuno» parla il socialista Roberto Villetti. «Abbiamo sempre pensato che la concessione della grazia dipendesse dal presidente della Repubblica», osserva, «tuttavia come si sa finora il ministro si era posto come un ostacolo irremovibile. Sono le stesse condizioni di salute di Adriano Sofri che adesso spingono ad accelerare la conclusione di un capitolo doloroso che doveva e poteva essere chiuso prima».
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