ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL MESSAGGERO
(Sezione:        Pag.     )
Lunedì 30 Maggio 2005

dal nostro inviato O.Pet.

La visita lampo di Ratzinger, il caldo non ferma migliaia di fedeli

  

 Da Bari il Papa apre alle altre chiese cristiane


 

BARI - «Questo Papa ci sorprenderà», era stato detto e scritto da più parti all’indomani dell’elezione di Benedetto XVI. Nel senso che manderà in frantumi i clichés fasulli del ”grande inquisitore”, del ”panzerkardinal”. E ieri, nella sua prima uscita in Italia, nella visita-lampo a Bari per concludere il Congresso eucaristico nazionale, il nuovo Papa ha fatto due affermazioni importanti proprio nella direzione di un dialogo sincero con l’uomo d’oggi e nell’apertura di cuore verso gli altri cristiani. In una mattinata di caldo torrido e di grande entusiasmo popolare di 150 mila persone, radunate nella spianata di Marisabella nel porto di Bari dinanzi alla Fiera del Levante, Benedetto XVI ha ammesso che «non è facile oggi vivere da cristiani». Se nel 304 ad Abitene (nell’attuale Tunisia), 49 cristiani furono messi a morte perché avevano celebrato l’eucaristia domenicale, rispondendo al proconsole: «Senza la domenica non possiamo vivere» (tema del Congresso eucaristico), per papa Ratzinger «neppure oggi è facile vivere da cristiani».

Ecco il perché: «Da un punto di vista spirituale, il mondo in cui ci troviamo, segnato spesso dal consumismo sfrenato, dall’indifferenza religiosa, da un secolarismo chiuso alla trascendenza, può apparire un deserto non meno aspro di quello ”grande e spaventoso” di cui ha parlato la prima lettura, tratta dal libro del Deuteronomio» (e cioè il deserto del Sinai, emblema dei deserti umani della storia, ndr). Come dire che, se oggi nell’Occidente non ci sono più le persecuzioni (nei paesi comunisti e islamici sono invece all’ordine del giorno), non ci vuole per questo meno coraggio nel non farsi trascinare dalla corrente del «consumismo sfrenato» (la domenica declasssata a ”fine settimana” completamente laicizzata), da una prospettiva di vita completamente chiusa al trascendente. E’ un Ratzinger che si rivela un «buon pastore» per le pecorelle smarrite di oggi. E propone: «Dobbiamo riscoprire la gioia della domenica cristiana». Una domenica che dà la misura al vivere e non un mero precetto da osservare.

La seconda sorpresa è il segnale di qualcosa di molto importante e concreto che Benedetto XVI ha in mente per rilanciare il dialogo con le altre Chiese cristiane. E lo ha fatto proprio da questa Bari «porta dell’Oriente», una Bari «felice» perché custodisce le reliquie di san Nicola, come gli ha ricordato l’arcivescovo Francesco Cacucci citando un sermone anonimo russo dell’XI secolo. Per la seconda volta, dopo l’inizio del suo ministero di vescovo di Roma, papa Benedetto ha ribadito la sua volontà «di assumere come impegno fondamentale quello di lavorare con tutte le energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo». E lo ha fatto ripetendo la significativa precisazione: «Sono cosciente che per questo non bastano le manifestazioni di buoni sentimenti. Occorrono gesti concreti che entrino negli animi e smuovano le coscienze sollecitando ciascuno a quella conversione interiore che è il presupposto di ogni progresso sulla via dell’ecumenismo».

Confermando una differenza di stile con il predecessore anche ieri più volte citato con affetto, Benedetto XVI si è limitato ad una permanenza di quattro ore esatte (9,30-12,30) a Bari. Giusto il tempo di celebrare la messa con una dozzina di cardinali, oltre un centinaio di vescovi e 1500 sacerdoti. Ma la gioia di averlo avuto per la prima visita ha prevalso sul rammarico di non averlo visto visitare la basilica di S. Nicola e di trattenersi a pranzo. Tuttavia, è già stata piuttosto pesante per lui la mattinata con tutto quel caldo che ha provocato malori ad una quindicina di persone. Durante la messa e nella comunione data solo ai disabili, il Papa era protetto da un ombrello bianco. La sua omelia è stata interrotta da 14 applausi. Due piccolissime le aggiunte a braccio, una delle quali per ringraziare i giovani.

In prima fila hanno assistito alla celebrazione i presidenti del Senato, Pera, e della Camera, Casini, il ministro Pisanu con il sottosegretario Mantovano, l’ambasciatore Balboni. Tra le autorità locali, il presidente della Regione, Nichi Vendola. Una curiosità: al posto dei carabinieri in alta uniforme c’era un picchetto d’onore di sei Guardie Svizzere, che seguiranno il Pontefice con la loro divisa rinascimentale per esprimere meglio il ruolo di vicinanza al Papa e di difesa della sua persona.


    

 

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